Senza sosta: ancora sui tetti a Torino

Questa notte, poco dopo le 2, una ventina di reclusi sono saliti per protesta sul tetto del Centro di corso Brunelleschi. Sicuramente per una mezzoretta la situazione è stata tranquilla. Ora non abbiamo notizie e non sappiamo se la protesta sia continuata o se si sia conclusa – e in che modo. I contatti col Centro, come era prevedibile, si stanno facendo più difficoltosi: è chiaro però che le proteste e le rivolte continueranno senza sosta, un po’ qua e un po’ là, e non ci lasceranno il tempo di respirare. In una settimana esatta la capienza dei Centri italiani si è ridotta di 100 unità, grazie alle rivolte di Gradisca e di Milano: questo vuol dire che, almeno per un po’, le retate nelle strade faranno meno vittime e la “macchina delle espulsioni” farà più fatica a funzionare.

Ai giornali che si chiedono chi sia il “regista occulto” di queste sommosse, facciamo notare che di occulto non c’è proprio nulla e che i registi in realtà sono due.  Uno è il governo, che con il “pacchetto sicurezza” ha voluto dichiarare una guerra e sapeva benissimo a cosa andava incontro. L’altro è la capacità di resistenza, attacco e di autorganizzazione dei senza-documenti: sta crescendo, dal gennaio scorso, una ondata di lotta dopo l’altra. E noi, come sempre, ci siamo.

Aggiornamento

Dopo un’ora e mezza passata sui tetti, i venti reclusi che hanno protestato questa notte sono scesi. Il recluso che invece era salito sul tetto prima degli altri e da solo è ancora in infermeria con la gamba fasciata. La situazione rimane tutto sommato calma, ma molti detenuti sono molto provati dallo sciopero della fame e qualcuno l’ha interrotto.

La serata

Brutte sorprese per quei reclusi che oggi hanno interrotto lo sciopero della fame: a cena hanno trovato dentro la pasta un bello scarafaggio. “Grande così!” dicono al telefono, e minacciano nuove proteste.