Una sommossa
In questa lunga chiacchierata con una compagna di Milano, la sommossa di Corelli “vista da fuori” – giusto pochi metri più in là dell’occhio del ciclone. Proprio mentre la battaglia si sta esaurendo un gruppo di compagni riesce ad arrivare fuori dalle mura del Centro e cerca di fare tutto quello che è nelle proprie forze per esserci. Prima facendosi sentire, poi cercando di bloccare il trasferimento in Questura degli arrestati e poi tutto il giorno successivo facendo casino in tribunale. Accanto alla cronaca della sommossa e dell’appoggio dei solidali emergono anche gli effetti. Non solo quelli più scontati e materiali – checché ne dica Maroni, infatti, la capienza dei Centri nel nord Italia è seriamente diminuita grazie alle mobilitazioni e la polizia è costretta a lasciare andare in libertà molti dei senza-documenti che ferma nelle strade in questi giorni – ma anche quelli indiretti e meno immediatamente visibili: i legami di complicità che la lotta crea sia tra i reclusi che tra i reclusi e i solidali; la lotta che modifica il modo di sentire il mondo che hanno i protagonisti, e che agisce in qualche maniera anche sulla qualità dei loro rapporti. Ecco allora che alcuni muri si abbassano e la distanza tra il “dentro” e il “fuori” si assottiglia – almeno un po’ – e che la lotta diventa una lotta di tutti.
Ascolta il racconto:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/08/la-sommossa-di-milano-vista-da-fuori.mp3]
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