Funzioni pubbliche
Venerdì 11 settembre alle ore 10 in punto un gruppetto di antirazzisti si presenta davanti alle porte della Prefettura di Torino. Vogliono assistere – e chissà cos’hanno in mente – all’apertura delle buste per il bando di gestione del Cie di corso Brunelleschi per i prossimi tre anni. La cerimonia è aperta al pubblico, “per tutti ma per voi no”, dice la Digos che per una volta li aspettava. Il Dottor Giuseppe Zarcone, al telefono dal gabinetto di cui è capo, assicura solennemente che la cerimonia era stata rinviata per “problemi organizzativi”. Poco convinti delle spiegazioni, gli antirazzisti se ne vanno, mentre la Digos sibila soddisfatta “siete scontati”.
E infatti, pochi minuti dopo, ma molto lontano da lì, praticamente all’altro capo della città, un gruppo di antirazzisti fa irruzione (scontata, forse, ma inattesa) negli uffici dei sedicenti compagni della Cgil – Funzione Pubblica, per chiedere chiarimenti sul comunicato di solidarietà alla Croce Rossa di Torino, occupata per protesta contro i Cie e i suoi collaborazionisti qualche giorno prima. Armati di megafono, volantini e tanta maleducazione, i contestatori vanno dritti dritti all’ufficio di Salvatore detto Totò Chiaromonte, interrompendo un piccolo ricevimento a base di pasticcini. Chiaromonte e sedicenti compagni rivendicano in pieno la paternità di quel comunicato, lasciando intendere che in nome della tutela dei posti di lavoro, lui farebbe la tessera pure ad un kapò. Promettendo quindi di rivedersi ai prossimi cortei, gli antirazzisti se ne vanno, mentre qualche funzionario non molto informato sulla linea del suo sindacato si lascia scappare uno scontatissimo, ma del tutto fuori luogo, “fascisti.” E non parlava di Chiaromonte.