Torino, Milano, Brindisi… e ritorno

Dopo gli arresti di diversi reclusi nei Cie di Torino e Milano, il Ministro dell’interno Roberto “non c’è nessun problema” Maroni pensava di partire tranquillo verso la Libia, senza pensare alla minaccia di queste rivolte “di chi sta lì e non ci vuole stare”. E invece, a guastargli la visita, arriva oggi la notizia di una rocambolesca evasione dal Cie di Brindisi, domenica sera, preceduta da una bella sommossa. Non abbiamo più contatti da quelle parti, a dimostrazione del fatto che queste rivolte non hanno certo bisogno di sovversivi fuori per scoppiare, per cui vi ricopiamo la notizia così come la leggiamo dal sito di un giornale.

Quattro arrestati e una decina di extracomunitari fuggiti: è il bilancio della sommossa scoppiata la notte scorsa nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco, a Brindisi. Una cinquantina i nordafricani che vi ha preso parte, quasi tutti bloccati dalle forze di polizia. Il gruppo di ribelli ha aperto il cancello interno della struttura e, dopo essersi fatto strada con il lancio di sassi e di oggetti contundenti, tra cui un estintore, ha ingaggiato una lotta corpo a corpo con le forze dell’ordine. Una decina gli extracomunitari che è riuscita a fuggire, quattro quelli arrestati con l’accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Si tratta di un marocchino di 30 anni e di tre tunisini di 37, 22 e 33 anni. Tre i militari lievemente feriti.

Nel frattempo, al Cie di Torino, non si può certo dire che sia tornata la calma. Questa sera i reclusi hanno gettato a terra l’immondizia per protestare contro la mancanza di riscaldamento, di coperte, di acqua calda e contro il caro-spesa. La protesta è rientrata solo quando un’ispettrice ha promesso che da domani si cambia. Per comprendere le ragioni di questa protesta, ascolta l’intervista a due reclusi del Cie di corso Brunelleschi a Torino. Il secondo è Mimì, lo conoscete già. Il primo è Tawfik, entrato da poco nel Cie di Torino, nonostante abbia in mano un regolare permesso di soggiorno.

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Ah! Dimenticavamo. C’è uno dei protagonisti di questa settimana di fuoco in corso Brunelleschi che sembrava uscito di scena già da ieri mattina. Sul momento sospettavamo fosse stato espulso per vendetta, oppure trasportato in qualche Cie – il più lontano possibile. E invece no, la direzione del Centro, semplicemente, aveva deciso di liberarlo: zitta zitta, per non dover ammettere la propria sconfitta. Si tratta di S., il recluso appena trasferito da via Corelli che aveva dato il fuoco alle polveri della rivolta di mercoledì scorso. Testardo e incontenibile, ora finalmente è a casa sua, libero.