Lo scoop
Una fuga, raccontata per una volta dalla viva voce di uno dei protagonisti. Stiamo parlando dell’evasione di una settimana fa dal Cie di Torino, quando otto ragazzi riuscirono a guadagnarsi la libertà scappando nella notte attraverso dei buchi scavati sotto le reti.
Intervistato dai microfoni di Radio Black Out durante la trasmissione Macerie, J. ci ha raccontato com’è andata veramente, sbugiardando le fantasiose ricostruzioni uscite sui giornali. Una testimonianza che dimostra – se ce ne fosse stato bisogno – che non è poi così difficile scappare dai Cie: basta un po’ di intelligenza e tanta determinazione. Il resto lo fanno le guardie, che per fortuna si mettono a chattare al computer anzichè fare il loro sporco lavoro di carcerieri. E poi corrono ai ripari, smontando le telecamere di videosorveglianza del Centro che avevano ripreso l’evasione, ed erano la prova della loro inettitudine.
Ma come in tutte le storie che arrivano dai Cie, anche nel racconto di J. non potevano mancare la descrizione delle pessime condizioni di vita nei centri, tra cibo scadente e psicofarmaci distribuiti come fossero caramelle. E naturalmente le tante storie di soprusi e minacce da parte delle guardie in divisa, con la Croce Rossa che sta a guardare.
Ascolta l’intervista con J. uno dei ragazzi evasi dal Cie di Torino:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/03/interview-per-radio.mp3]
L’intera trasmissione radiofonica è stata trasmessa davanti alla sede della Croce Rossa in via Bologna 171, a Torino. Una piccola manifestazione a sorpresa, per denunciare ancora una volta le responsabilità della Cri nella gestione dei lager per migranti. Lo striscione «Croce Rossa complice degli stupri nei Cie», gli interventi al microfono e i volantini distribuiti hanno ricordato la storia di Joy, e le responsabilità della Cri anche nella famosa vicenda del tentato stupro. Una buona occasione per ricordare che Massimo Chiodini, capo della Croce Rossa nel Cie milanese di via Corelli, ha testimoniato contro Joy ed Hellen e a favore di Vittorio Addesso, capo della polizia nel centro.