Due scioperi
Due scioperi della fame, a Roma e a Torino. Individuali, a dimostrazione di una determinazione che va al di là dell’ordinario e che sa difendere se stessa anche quando è al di fuori delle lotte collettive, ma che rappresenta un po’ il filo tra una ondata di lotta e quella successiva.
A Roma, B. è in sciopero della fame da 22 giorni, ha già perso 16 chili ma non ha alcuna intenszione di smettere: vuole rivedere suo figlio, nato in Italia. Ora non si regge in piedi, e i suoi compagni di cella lo debbono sostenere a braccio per ogni cosa. La settimana scorsa ha ingoiato tutto quello che aveva sotto mano: una batteria da radio, una lametta, della candeggina e dello shampoo. L’ambulanza è arrivata dopo mezz’ora, l’ha accompagnato all’ospedale per la lavanda gastrica, e dopo un paio di giorni l’ha riportato al Centro come se niente fosse. Ora parla a fatica, a causa del tubo che gli hanno infilato in gola durante il ricovero…
Ascolta la sua voce, registrata venerdì scorso dalla trasmissione Silenzio Assordante di Radio Onda Rossa:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/04/100409_pontegaleria_scioperodellafame.mp3]A Torino, Mohammed è in sciopero da 21 giorni, e da tre si rifiuta pure di bere. In Italia si stava costruendo una vita, tanto che ha ancora il mutuo da pagare per la casa. Da quando è in sciopero, i medici della Croce Rossa del Centro lo visitano svogliatamente, limitandosi a misurargli la pressione. Fuorché la settimana scorsa: c’era una troupe della Rai in visita, ed allora in infermeria l’hanno portato di soppiatto, e gli hanno fatto una bella visita accurata e completa, «anche i piedi, mi hanno visitato».
Ascolta il suo racconto:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/04/sciopero-fame-brunelleschi-13-aprile.mp3]Per far pressione sulla Croce Rossa in solidarietà con Mohammed, i solidali di Torino invitano tutti a chiamare i numeri del Cie (011-558 9918, 011-558 8778 e 011-5589815) e protestare.
Aggiornamento ore 17.00. Poco dopo la pubblicazione dell’appello per Mohammed e della sua intervista, i crocerossini si sono decisi a portarlo in ospedale. Non sappiamo ancora se per ricoverarlo o per un semplice controllo, ma qualcosa si è mosso.
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