La vita a Crotone
Gente liberata a grupponi per tutto l’inizio della settimana nel Cie di corso Brunelleschi a Torino. Per far posto, come già vi avevamo accennato, a trenta reclusi trasferiti in tutta fretta da Crotone. Da quel che abbiamo potuto capire, dell’Italia i nuovi arrivati hanno visto solo le sbarre dei Centri, e l’italiano non lo parlano per niente. Sul perché di un trasferimento tanto grosso e tanto urgente da Crotone a Torino non ci sono notizie precise. Qualcuno dice per alleggerire il Centro calabrese in modo da rassettarlo un po’, forse a seguito di una ispezione di qualche pezzo grosso, qualcun altro sostiene che sia stato un modo per tenersi buoni gli agenti di polizia, che da mesi oramai urlano ai quattro venti che a Crotone la situazione è ingestibile e che loro non ce la fanno a tenere a bada i prigionieri.
Non sappiamo con esattezza. Quel che sappiamo è che il Cie di Crotone cade a pezzi e che i prigionieri vivono là dentro come abbandonati a sé stessi, riempiti di farmaci e, all’occorrenza, di botte. Che delle rivolte molto grosse ci sono state nel recente passato, anche con parecchi danni. Che gli episodi di autolesionismo sono continui, ancor più che qui a Torino.
Ascoltate, in questa disturbatissima diretta in italiano e in arabo, quel che si racconta della vita a Crotone dentro alle celle di corso Brunelleschi, a Torino:
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