Intorno a Modena
Un piccola passeggiata intorno a Modena, a due giorni dal corteo. Intanto, nei giorni scorsi, c’è chi ha chiesto semplicemente di vietarlo. Non è che ci sia da stupirsene, per carità, visto che a far questa richiesta alla polizia è stato il coordinatore vicario provinciale del Popolo delle libertà, tal Enrico Aimi.
Da notare, però, sono le motivazioni di questa sua richiesta alla Questura: «troppe minacce a Daniele Giovanardi e ai volontari» – dice – «clima esasperato attorno al Cie». Insomma, quel che dà fastidio è che l’attenzione dei nemici delle espulsioni non si sia fermata ad una generica condanna della struttura, ma abbia saputo focalizzarsi su chi sui Centri ci costruisce affari e credibilità pubblica, e poi ancora che sia stato evidenziato nei fatti quanto forte sia il legame tra il grande business delle deportazioni e la Curia locale. Ai più vecchi tra noi tutta questa faccenda ricorda la storia del Cpt di San Foca, di Don Cesare Lodeserto e del Vescovo Ruppi.
Sia come sia, la Questura non ha potuto trovare motivi ufficiali e presentabili per accontentare Giovanardi, la Curia e i loro reggicoda; ha solo limato un po’ il percorso e spiegato che non sarà tanto tollerante – né su quel che si farà durante il percorso, né su quel che si dirà.
Ma non è solo questo, quel che si muove intorno a Modena. Già, perché i reclusi di Corelli, a Milano, hanno deciso di partecipare a modo loro a questa scadenza, e hanno annunciato che a partire da sabato e per tre giorni lo sciopero della fame che hanno iniziato a marzo, e che sta proseguendo “a staffetta” da allora, sarà di nuovo collettivo. Dicono che a questo sciopero di tre giorni probabilmente parteciperanno altri Centri: se ne avremo conferma, man mano, vi faremo sapere. Hanno approfittato, i reclusi di Corelli, anche per darci notizia di Kabili – che come ricorderete aveva tentato il suicidio qualche giorno fa e del quale si erano perse le tracce. È stato rimesso in piedi ed ora è di nuovo al Centro.
E per finire una piccola sorpresa: dall’altra parte del filo, a raccontarci tutte queste cose, sapete chi c’era? Uno dei protagonisti della grande rivolta dell’agosto scorso: arrestato, processato, messo in carcere ed ora di nuovo nel Centro è ancora lì, che ci racconta e che ha voglia di lottare. Tutta la tragedia del circuito Cie-carcere-Cie e, contemporaneamente, la dimostrazione che alzare la testa è sempre possibile.
Ascoltate la sua voce:
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