La badante e il “terrorista”

La badante e il terrorista…. potrebbe essere il titolo di un film di genere “poliziottesco”, ma in realtà sono due storie raccontate questa mattina ai microfoni di Radio Blackout dalla viva voce dei loro protagonisti. Due storie che ci parlano della vita nei Cie, ma non solo. Due storie paradossali, ma emblematiche. Due storie che ci dicono che la polizia sempre a caccia di “clandestini” non esita a giocare sporco pur di catturarne uno; che da buoni cani da guardia i Questori non desiderano altro che compiacere il loro padrone Maroni e gonfiare i numeri delle espulsioni; che le “sanatorie” da un lato e la macchina giudiziaria dall’altro non c’entrano nulla con i diritti o la giustizia, ma sono solo dei serbatoi di nomi, cognomi e indirizzi con cui giocare alla pesca facilitata.

Ascoltate la storia di una donna fuggita dal Senegal e da un marito violento e che, dopo aver lavorato 12 anni in Italia  come serva, o “badante” che a dir si voglia, viene arrestata dalla polizia direttamente a domicilio, sul posto di lavoro. La sua domanda di permesso di soggiorno era stata respinta, con il pretesto una vecchia denuncia per una borsa, per altro neanche sua, di magliette “contraffatte”. E ora, senza troppi complimenti, è rinchiusa nel Cie di Bologna in attesa di essere rimpatriata.

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Ascoltate la storia di un uomo emigrato una volta dalla Tunisia all’Italia, e una seconda volta dall’Italia all’Inghilterra. Nel Regno Unito, viene raggiunto da un mandato di cattura internazionale per associazione terroristica, spiccato da una questura italiana. La sua colpa? Aver versato 50 euro a un uomo implicato in storie di documenti falsi. Ebbene, viene estradato in Italia, e dopo aver scontato 2 anni di galera viene definitivamente prosciolto. Poco tempo dopo la fine di questa odissea giudiziaria, la polizia lo arresta di nuovo, con l’accusa di essere entrato clandestinamente in Italia. Sì, avete capito bene, clandestinamente: anche se in manette e scortato dagli agenti dell’Interpol. E ora è di nuovo dentro, questa volta al Cie di Gradisca di Isonzo.

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