Carceri: Garante Lazio, al lavoro per difendere il diritto alla paga

Roma, 25 agosto 2010 ”Al lavoro per risolvere il problema”. Lo ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, cui si sono rivolti diversi ospiti del Centro di Espulsione e Identificazione di Ponte Galeria dopo l”’assurdo caso burocratico” che li ha visti protagonisti.
Espulsi perche’ clandestini, gli ex detenuti lavoranti del Cie di Ponte Galeria non hanno potuto riscuotere i compensi per il lavoro svolto.
Quando dal Cie lo straniero chiede il pagamento delle ultime spettanze per il lavoro svolto in carcere, si legge in una nota del Garante, la Direzione dell’Istituto di provenienza spedisce rapidamente all’ex lavorante un assegno non trasferibile da ritirare all’Ufficio postale di Ponte Galeria. Il problema e’ che l’assegno non puo’ essere riscosso che dall’immigrato, impossibilitato a uscire liberamente dal Cie; per farlo avrebbe bisogno di una scorta e, soprattutto, di un documento di identita’ che non possiede perche’ clandestino e che invece aveva quando era in carcere.
L’alternativa e’ quella di delegare alla riscossione il Direttore del Cie ma senza documento anche questa e’ impercorribile. Quindi, molti assegni non vengono incassati dai legittimi titolari e rientrano nelle casse del Ministero di Giustizia.
”Abbiamo posto il problema al carcere di Rebibbia – ha detto Marroni – e il direttore e’ stato disponibile a prevedere una metodologia diversa per garantire il diritto agli ex detenuti a riscuotere la paga, accordandosi con la Coop che gestisce il Cie. Ora occorre trovare una soluzione con le altre 13 carceri della Regione. I Cie sono ambienti estremamente difficili, come dimostrano i casi di questi giorni in tutta Italia, e il mancato rispetto del diritto alla paga potrebbe creare ulteriori tensioni”.

(ASCA)