Istanti rubati
Torino. Due istanti di vita quotidiana al Cie di corso Brunelleschi: chi è costretto a dormire per terra su un letto di cartone, di fianco ai resti del pasto; chi sta male ed è costretto ad alzare la voce e farsi sentire da tutti per chiamare un dottore che non arriva mai. Abbiamo sicuramente visto e sentito ben di peggio, senza dubbio; la cosa terribile è che questi istanti sono una normalità lunga mesi interi.
E dietro, fuori campo, c’è chi pensa che questi istanti rubati debbano essere spediti al di là del muro.
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Le urla di chi chiede inutilmente di essere curato sono un sottofondo continuo della vita del Cie di corso Brunelleschi. Solo questa sera, per farvi un esempio, in una delle sezioni maschili un malato di asma che aveva finito i farmaci ha dovuto aspettare un’ora prima che il dottore si degnasse di riceverlo e visitarlo, e solo grazie ai suoi compagni, che hanno dovuto litigare rumorosamente con i soldati.
Gradisca d’Isonzo. Proprio mentre l’assessore regionale alla Polizia locale e alla Sicurezza, la leghista Federica Seganti, stava inaugurando i nuovi lampioni istallati con i soldi del ministero dell’Interno per far luce intorno al Cie di Gradisca, dentro al Centro un recluso si è tagliato le vene. Da cinque giorni era in sciopero della fame ignorato dal personale sanitario del Centro, e pure quando ha cominciato ad urlare pieno di sangue i soccorsi si sono fatti attendere: quando alla fine si sono accorti di lui, gli operatori di Connecting People l’hanno fatto portare via in tutta fretta. Ora è all’ospedale di Gorizia, in gravi condizioni. All’interno del Centro, anche altri reclusi stanno portando avanti uno sciopero della fame: ma non sappiamo quanti siano, e da quanti giorni non mangino.
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