Un appuntamento a Milano (e non solo)
A Milano da oltre tre settimane alcuni immigrati sono sulla torre di via Imbonati per sostenere la lotta delle/dei sans-papier.
In quella stessa città il 2 dicembre alle 12 si terrà l’udienza preliminare del processo per violenza sessuale che vede come imputato un ispettore capo del Centro di identificazione ed espulsione, Vittorio Addesso. Questo poliziotto nell’agosto del 2009 ha cercato di violentare una giovane nigeriana, Joy, rinchiusa nel Cie di Milano, per poi diventare, per vendetta, il suo principale accusatore nel processo contro la rivolta che si accese in quello stesso lager due settimane più tardi.
Non si tratta di due fatti separati.
La cosiddetta sanatoria-truffa – la sanatoria per colf e “badanti”, legge 102/2009 art. 1-ter – ha mostrato ancora una volta il vero volto di uno Stato che da sempre porta avanti politiche funzionali allo sfruttamento e per far ciò crea e fomenta sentimenti razzisti tra la gente, che dividono, separano e impediscono una solidarietà pericolosa tra sfruttati e sfruttate.
Uno Stato che, pur sapendo quale sia l’entità del lavoro sommerso di donne e uomini immigrati, ha limitato questa sanatoria al lavoro domestico e di assistenza, da un lato per tenere la manodopera migrante in una continua condizione di ricatto e dall’altro per sopperire ad un welfare praticamente inesistente. Uno Stato che ha intascato 500 euro per ogni richiesta di sanatoria, consapevole che non solo colf e badanti avrebbero cercato di rientrarci, ma tutte/i coloro che, in Italia da anni, ancora sono sprovviste/e di permesso di soggiorno.
Non rientrare in quella sanatoria significa rimanere in una condizione di maggiore fragilità, col rischio altissimo di essere mandate/i in un Cie per sei mesi, per poi essere espulse/i.
Nei Cie, non ci stancheremo mai di ripeterlo, violenze, pestaggi e umiliazioni da parte del personale civile e di polizia sono all’ordine del giorno. E per le donne e le transessuali che vi vengono rinchiuse c’è un di più di violenza in forma di ricatti sessuali, molestie, stupri.
Per queste ragioni invitiamo a partecipare – in solidarietà con Joy e con tutti gli immigrati e le immigrate che lottano dentro e fuori dai Cie per difendere la propria esistenza – al presidio che si terrà sotto il tribunale di Milano il 2 dicembre dalle 11.30.
Invitiamo chi non potesse partecipare al presidio, ad organizzare per il 2 dicembre nei propri territori iniziative e azioni solidali, come già accaduto nei mesi scorsi, dal Nord alla Sicilia, durante la lunga e vincente lotta al fianco di Joy.