Scorie
Condove, 6 febbraio 2011. Una quarantina di nemici del nucleare prova a bloccare il passaggio di un treno di scorie radioattive in transito verso la Francia. Due di loro vengono arrestati, e il treno subirà circa quattro ore di ritardo. La lotta è cominciata.
Scarica, stampa, ritaglia e spedisci le cartoline in solidarietà con Guido e Arturo: il fronte e il retro.
E, a proposito di Guido e Arturo, eccovi il testo di una loro lettera giunto dal carcere delle Vallette:
«Siamo stati arrestati nella notte dello scorso lunedì 7 Febbraio con le accuse, per quanto ci è dato fino ad ora sapere, di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e attentato a trasporto su via pubblica (o qualcosa di simile) nel corso di un presidio contro il passaggio di un treno di scorie nucleari a Condove, Valsusa.
Sul passaggio di questi treni si è sempre mantenuto il massimo riserbo, per far sì che le popolazioni esposte ai rischi che comporta il trasporto di tonnellate di residui radioattivi non potessero manifestare le proprie preoccupazioni ed eventuali forme di protesta.
Di certo richiamare l’attenzione su questa minaccia fatta passare sotto silenzio e opporsi al transito di questi treni della morte è un passo essenziale nella lotta contro il mostro nucleare, come testimoniano le mobilitazioni che da decenni vedono protagoniste, soprattutto nel nord Europa, migliaia di persone coscienti della tragedia che l’industria dell’atomo rappresenta per il presente ed il futuro del pianeta.
Per chi lotta contro le nocività causate dall’assurdità produttiva che alimenta la malata società del progresso, il nucleare non può che essere un’ulteriore occasione per esprimere il proprio rifiuto e la propria rabbia.
Al di là dei reati che ci vengono contestati e dell’andamento dell’iter giudiziario, siamo fieri di aver partecipato a quello che speriamo sia solo un primo momento del rilancio di un’ampia e determinata mobilitazione che sappia esprimere, con le forme ed i metodi consoni a ciascuno, dignità e forza nel rifiutare e combattere ogni nocività.
Un saluto ribelle a tutti coloro che lottando, dentro e fuori le galere, alimentano il fuoco del desiderio di un mondo libero da sfruttamento e autorità.
Presi bene raga!»