Ci siamo quasi
Anche stamattina i reclusi del Centro di Gradisca hanno proseguito nella loro opera di demolizione delle gabbie che li tengono prigionieri. Altri quattro stanzoni sono stati incendiati. Secondo i conti che fanno i prigionieri ci siamo quasi: gli stanzoni aperti fino all’altro giorno erano sedici. Sette sono stati toccati dalle fiamme di ieri – e sei chiusi per inagibilità, da quanto dicevano le agenzie. Se venissero dichiarati inagibili anche i quattro di oggi, vorrebbe dire che dei sedici stanzoni ne rimangono solo sei.
A differenza di ieri questa mattina la polizia e i soldati non si sono fatti vedere, non sappiamo se per non esasperare gli animi ulteriormente o per quale altro calcolo: ottimista, qualcuno da dentro dice che “sono scappati”. Vista l’improvvisa carenza di posti, intanto, i reclusi sono stati ammassati uno sull’altro, in venticinque per camerata, in condizioni disumane.
Aggiornamento – ore 15.00. La rivolta di Gradisca continua. Militari e polizia ancora non si azzardano ad entrare nelle sezioni, e i prigionieri continuano, indisturbati, a incendiare e distruggere. Le informazioni disponibili non sono ancora sufficienti per quantificare i danni, ma a quanto pare i rivoltosi «stanno bruciando tutto».
Aggiornamento – ore 22,30. Un ragazzo è stato arrestato, nel pomeriggio, per gli incendi di oggi: è un tunisino sbarcato da poco, proprio come i ragazzi arrestati ieri. Non sappiamo ancora con quale garbo la polizia sia intervenuta a placare gli animi né sono ancora noti i “danni”, vale a dire di quanto esattamente il Centro isontino sia diventato ancora più piccolo dopo la giornata di oggi.
Aggiornamento 26 febbraio. Una giornata di pausa dentro al Centro, e dopo l’arresto del ragazzo di ieri i soldati e i poliziotti sono tornati a pattugliare le gabbie. Eccovi quel che ne rimane del Cie isontino dopo questi due giorni di incendi, da quel che siamo riusciti a ricostruire grazie alle testimonianze da dentro. Nel blocco blu sono agibili soltanto due stanzoni dei sedici originari (gli stanzoni sono sedici per blocco e non sedici in tutto, come vi riferivamo erroneamente ieri). I prigionieri del blocco, che sono una settantina, ora sono stipati in 35 per camerata. Nel blocco rosso, dal quale le notizie escono più incomplete e frammentarie, le camerate ancora agibili sono tre o quattro (non sappiamo se in origine ce ne fossero sedici come nel blu, ma poco importa), e vari prigionieri sono costretti a dormire nel cortile. Staremo a vedere dai giornali se la Questura darà numeri simili, ma sicuramente adesso come adesso del Cie di Gradisca ne rimane ben poco.