Sommossa a Modena
Una sommossa a Modena questo pomeriggio, con materassi che bruciano e finiscono in cortile proprio nel momento in cui si svolge fuori dalle mura un presidio solidale di compagni. Datevi una occhiata al racconto della rivolta fatto in diretta dal sito Fortress Europe, e poi fatevi quattro risate a leggere le dichiarazioni rilasciate corrucciate rilasciate a fine rivolta da Daniele Giovanardi.
Aggiornamento 28 febbraio. E ascoltate anche la chiacchierata sulle frequenze du Radio Blackout con Andrea, uno dei compagni presenti durante il presidio:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2011/02/presidio-modena_27-febbraio.mp3]
«”Libertà! Libertà!”. È il grido che si leva da alcune ore nel centro di identificazione e espulsione di Modena. L’eco della rivolta arriva via telefono a Fortress Europe. Sono le 17,15 quando riceviamo la prima chiamata da parte di uno dei reclusi. La protesta è portata avanti dal gruppo dei 42 ragazzi tunisini sbarcati a Lampedusa nei giorni scorsi e trasferiti in blocco al cie di Modena, dove oltre a loro si trovano al momento altre 17 persone senza documenti in attesa del rimpatrio forzato. I reclusi hanno trascinato nel cortile materassi e vestiti e hanno bruciato tutto. Alcuni sono riusciti anche a salire sui tetti. Agenti della polizia sarebbero intervenuti malmenando alcuni dei tunisini e portandone via otto, al momento non si sa bene dove.»
«Una protesta da parte di esponenti anarchici davanti al Centro di Identificazione ed Espulsione ha indotto molti stranieri dello stabile a scagliare fuori dalle finestre i materassi che si trovavano all’interno. Lo ha detto il presidente della Confraternita della Misericordia, che gestisce la struttura, Daniele Giovanardi. Il fatto è avvenuto intorno alle 16.
Un gruppo di anarchici – secondo le prime ricostruzioni – si è presentato con alcuni megafoni davanti ai cancelli del Cie modenese in via Lamarmora, gridando slogan e dettando ai clandestini all’interno alcuni numeri di telefoni cellulari per farsi contattare. Gli immigrati hanno quindi iniziato a buttare fuori dalle finestre quasi tutti i materassi trovati nelle loro stanze. ‘’Li stiamo recuperando – dice Giovanardi – ma poiché fuori pioveva si sono bagnati e sarà quasi impossibile utilizzarli. Prevediamo una notte di difficoltà, non sapendo come potranno sistemarsi le persone senza un letto’’.
Al Cie di Modena sono presenti sessanta stranieri, 42 dei quali tunisini arrivati dopo i recenti sbarchi dal Nordafrica. La notte scorsa quattro persone hanno tentato la fuga arrampicandosi su una rete e raggiungendo il tetto, ma hanno desistito dopo l’intervento dei militari che vigilano sulla struttura.»
«Momenti di tensione al Cie dove, tra l’altra notte e ieri, ci sono state proteste da parte di alcuni degli immigrati tunisini sbarcati a Lampedusa e ora “ospiti” del Centro modenese.
Dopo il clamoroso gesto di uno di loro, che solo pochi giorni fa si era cucito le labbra, intorno alle 2 della notte tra sabato e ieri cinque tunisini hanno inscenato una manifestazione sul tetto della struttura. Sono saliti e al buio hanno attirato l’attenzione per protestare contro il mancato riconoscimento del loro status di rifugiati politici. I cinque sono rimasti sul tetto per circa mezz’ora prima di farsi convincere dal personale del Cie a scendere. Nessuno di loro ha avuto conseguenze fisiche o ha riportato lesioni. La protesta dell’altra notte ha abbassato il tono drammatico di quelle precedenti: il personale continua a sorvegliare affinché non si ripetano più episodi cruenti e raccapriccianti come quello della scorsa settimana che ha visto un ragazzo, da dieci giorni dentro la struttura di via Mattei, cucirsi le labbra con ago e filo. L’immigrato, anche lui proveniente dal gruppo degli sbarcati a Lampedusa, ora è seguito da uno psicologo e da alcuni operatori della Misericordia.
Ieri pomeriggio il secondo momento di tensione. Intorno alle 17, infatti, alcuni anarchici, di gruppi che non sono stati identificati, si sonio posizionati all’ingresso del Cie e con un megafono hanno ripertutamente chiamato i tunisini del gruppo di Lampedusa. Questi hanno aperto le finestre ed hanno cominciato a gettare i materassi nel cortile fradicio di acqua per la pioggia gridando anche alcune frasi. Non si sa, con esattezza, quanti siano stati i tunisini che hanno risposto agli anarchici.
Gli operatori della Misericordia – come ha confermato in serata Daniele Giovanardi – hanno recuperato i materassi constatando che erano inutilizzabili per la notte e si sono prodigati per trovare una sistemazione alternativa ai tunisini partecipanti alla protesta.»
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