Il passo sospeso…

il passo sospeso della cicognaContinua lo sciopero della fame di una parte dei reclusi di corso Brunelleschi. Questa mattina un’area continua compatta a scioperare – ed è il quarto giorno – mentre in un’altra una parte dei reclusi ha ricominciato a mangiare. I protagonisti assoluti di questa ondata di lotta sono ragazzi tunisini che, sbarcati a Lampedusa, si sono ritrovati improvvisamente prigionieri.

Tra di loro, al Centro, c’è gente catturata a Ventimiglia nelle settimane passate, mentre tentava di passare la frontiera con la Francia. Solo dalla sommossa dell’altro giorno, che ha bruciato gli ultimi posti disponibili a Torino, la polizia italiana alla frontiera francese ha smesso di fermare la gente ed è costretta a chiudere un occhio perché non saprebbe dove spedire i prigionieri. I tunisini di Ventimiglia, ora, si trovano a rimbalzare da un lato all’altro del confine, respinti dai gendarmi francesi e tollerati da quelli italiani. Su e giù, a piedi o in treno, bloccati in una specie di limbo che finisce solo quando riescono a trovare qualche affarista – passeur, ma anche poliziotti vogliosi di arrotondare lo stipendio – che ne sblocchi il passo e, a caro prezzo, faccia bruciare loro la frontiera.

Ascolta il racconto di un ragazzo tunisino, andato da Torino a Ventimiglia per capire quello che sta succedendo, trasmesso da Radio Onda Rossa di Roma:

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Aggiornamento ore 14,30. Questa mattina un recluso di corso Brunelleschi ha tentato lo fuga, inutilmente. Guadagnata la finestra dell’ambulatorio dove lo stavano medicando è stato libero per pochissimi minuti. Già, perché un passante lo ha placcato – un uomo che corre è sempre sospetto, per la brava gente che nulla sa della libertà – e riconsegnato alla scorta.

Aggiornamento 5 marzo. Al quinto giorno finisce lo sciopero della fame in corso Brunelleschi.