Condanne (e un altro arresto) a Milano

«Ieri mattina si è svolta la prima e unica udienza del processo contro i sette tunisini che diedero vita alla rivolta in Corelli di fine aprile.
Diciamo subito che, peggiorando la situazione dell’udienza preliminare (ricordiamo che in quell’occasione gli avvocati di ufficio assegnati ai sette ribelli, avevano rifiutato di patteggiare una pena di sei mesi senza sospensione della pena) oggi il giudice ha inflitto loro una condanna di dieci mesi.
L’assenza di un’adeguata difesa legale, e le pressioni esplicite del giudice (“Se non accettate il patteggiamento la pena potrebbe essere notevolmente più alta!”) hanno certamente pesato inducendo i detenuti ad accettare tale patteggiamento rendendo così definitiva e inappellabile la condanna.
Sette persone che avrebbero dovuto godere di un permesso di soggiorno temporaneo (per via del decreto presidenziale dell’11 aprile) e che nelle loro intenzioni erano diretti in Francia, finiscono così nelle maglie della repressione, aprendo l’ormai risaputo circolo vizioso CIE-carcere-CIE che calpesta la vita di migliaia di immigrati in nome delle leggi razziste dello Stato e dell’Europa di Shengen.
Alla lettura della sentenza in aula si sono levate proteste che hanno subito allertato e messo in movimento le forze dell’ordine che hanno circondato il pubblico presente costringendolo infine a lasciare il Tribunale.
La presenza dei solidali ha avuto giusto il merito di far capire ai sette tunisini che la loro determinazione (ricordiamo che tutti e sette si sono rivendicati in aula la rivolta di fine aprile in Corelli) non era passata inosservata tra gli antirazzisti e che, non rimarranno soli.
Troppo poco di fronte all’infernale meccanismo che non lascia scampo a coloro che cadono nella rete del meccanismo concentrazionario-espulsivo che da ormai troppo tempo segna la vita sociale dell’Italia e dell’Europa intera.»

Comitato antirazzista milanese

 

«Un trans brasiliano di 27 anni e’ stato arrestato per danneggiamento dopo che questo pomeriggio ha appiccato un incendio al materasso della sua stanza, ha rotto un telefono pubblico e si e’ ferito al braccio con una lametta all’interno del Cie di via Corelli a Milano. L’uomo e’ stato medicato sul posto dal personale del 118. Fra le motivazioni del gesto il desiderio del 27enne di essere rimesso in liberta’ che era trattenuto dal 12 aprile di quest’anno.»

Agi, 10 maggio 2011