Sui tetti di Modena

«Hanno aspettato che i ragazzi della Misericordia portassero loro da mangiare per far scattare la rivolta. Quando si sono affacciati sulla porta li hanno spintonati contro il muro e sono usciti tutti insieme, riuscendo a innescare un principio di rivolta. Una decina di clandestini sono così riusciti a guadagnare i corridoi che portano ai piani superiori e lì si sono asserragliati.
Per un paio d’ore un gruppo di tunisini arrivati nelle settimane scorse a Lampedusa, poi trasferiti in Puglia e infine a Modena, hanno inscenato una dimostrazione sopra i tetti della struttura di fianco al carcere di S. Anna.
Immediata la mobilitazione delle forze dell’ordine che hanno isolato la zona. Sul posto sono intervenuti anche i mezzi dei Vigili del Fuoco con le autoscale, in maniera da facilitare un contatto diretto in caso di trattativa.
Ieri sera alle 22 i tunisini, che hanno a lungo scandito slogan per coinvolgere anche gli altri stranieri del Cie nella loro rivolta, hanno scandito slogan per reclamare l’immediato rilascio del permesso di soggiorno. Secondo i responsabili del centro si tratta degli irriducibili che dal momento del loro arrivo hanno tentato ogni espediente per ottenere un documento che autorizzi la loro permanenza, anche temporanea, in Italia; autolesionismo, ingestione di oggetti e rifiuto del cibo sono state le armi usate sino a ieri sera per ottenere uno status di rifugiato e restare in Italia.
Infine ieri sera la rivolta e la protesta collettiva che ha messo a rischio l’incolumità dei collaboratori della Misericordia che gestisce il Cie (Centro Identificazione ed Espulsione) di Modena. Da subito è iniziata una trattativa ma i clandestini hanno reagito nell’immediato con la minaccia di buttarsi di sotto: “Vogliamo le carte per restare in Italia”.»

La Gazzetta di Modena