Emicranie
Modena, 17 settembre 2011
«Salgono sul tetto e tentano la fuga dal Cie
Dieci vetture della polizia, auto della Municipale, gli uomini dell’esercito, carabinieri e Finanza. C’erano tutti. E sul tetto, ad osservare due ospiti in “assetto” di protesta. Al primo accenno di rivolta al Cie, Centro identificazione ed espulsione che ha sede vicino al Sant’Anna, la task force è stata mobilitata ed è scesa sul campo. Verso le 18.30 infatti è stato diramato l’allarme: due tunisini erano riusciti ad arrampicarsi sino a raggiungere la zona dei tetti. L’obiettivo finale quello di riuscire a calarsi al’esterno utilizzando delle lenzuola, usando una tecnica e un copione giù utilizzato in parecchi tentativi. Ma sono stati subito scoperti e sul posto, tanto all’esterno quanto al’interno, si è creata una grande concentrazione di forze dell’ordine. Lo scopo primario è stato quello di sedare sul nascere ogni protesta: da una minima scintilla infatti è possibile, come in effetti è avvenuto qualche mese fa, che la protesta degeneri in una rivolta collettiva, rivolta facilitata dal fatto che tutti gli ospiti della struttura sono della stessa nazionalità. Ma che gli animi fossero surriscaldati al Cie si era già avuto sentore dalla mattina: un tunisino aveva accusato malori e sintomi sospetti che indicavano opportuni una visita e un accertamento presso il reparto di malattie infettive. L’uomo è stato quindi portato al policlinico e qui ha creato un violento parapiglia, riuscendo a scappare. La polizia è poi riuscita, con fatica, ha [sic!] riacciuffare l’evaso. Nel pomeriggio un altro tunisino del Cie ha avvisato il personale medico di accusare dei forti dolori al capo. È stato visitato con cura in ospedale, ma, come è stato riferito, non avrebbe gradito le cure o il modo in cui le ha ricevute. Fatto sta che lui e il suo mal di testa dopo un po’ erano sul tetto: l’uomo dell’emicrania era uno dei due tunisini che hanno cercato di fuggire. La protesta è terminata senza incidenti.»