Saluti a Milano
«Nella serata di martedì 8 novembre una quindicina di solidali hanno deciso di improvvisare un breve presidio rumoroso fuori dalle mura del c.i.e. di via Corelli a Milano, teatro negli ultimi mesi di tantissime rivolte e tentativi di evasione, come tutti gli altri centri d’Italia. Nessuna rivolta questa sera, ma ogni giorno è buono per ritrovarsi fuori da quelle mura e far sentire a chi sta dentro la nostra presenza e solidarietà nei confronti delle loro lotte, anche perchè è impossibile dimenticare i pestaggi, le prevaricazioni, le continue umiliazioni e soprattutto (da sola basterebbe) l’insopportabile privazione della libertà che subiscono tutti i giorni i reclusi e le recluse del centro, eufemisticamente chiamati/e dai carcerieri “ospiti”. Così come non dimentichiamo il fatto che i C.i.e. sono solo un altro tassello nella strategia di controllo sociale dei governi, un modo per mantenere una forza lavoro a basso costo altamente ricattabile, sotto la minaccia della cattura e dell’espulsione. Il 10 novembre, inoltre, si svolgerà l’ultima udienza del processo a Nahed e Mohammed, i due ragazzi arrestati durante una rivolta all’inizio di settembre 2011 nel Cie di Milano e da allora in carcere, accusati di “resistenza aggravata in concorso”, in pratica di essersi rivoltati per cercare la libertà.
I nostri slogan e il rumore che siamo riusciti a fare volevano essere un messaggio di forza e di sostegno per tutti i reclusi e le recluse del centro, nella comune lotta per la libertà e contro ogni forma di prigionia. Le grida e i fischi che arrivavano da dentro sono stati la conferma che ci avevano sentito e che, nonostante la notte, la solidarietà scavalcava le mura e ci univa in un gesto di ribellione.»
[riceviamo e pubblichiamo]