Oggi un naso rotto, domani chi lo sa…
Vi ricordate la storia di quei fascisti cacciati da piazza della Repubblica ai primi di gennaio? Ne abbiamo parlato qui. Ebbene, tre mesi dopo i fatti, venerdì la polizia e la magistratura vendicano l’offesa e l’onta subita dai due camerati, arrestando due compagni, Fabi e Luca.
Sabato pomeriggio una cinquantina fra compagni e solidali sfilano in un piccolo ma vivace corteo a Porta Palazzo, un giro di piazza della Repubblica e poi giù per corso Giulio Cesare. Lungo il percorso si dà un taglio ai fili di diverse telecamere di videosorveglianza, e i muri e i tram bloccati vengono ricoperti di scritte e di manifesti. Questo che segue è il testo del volantino distribuito ai curiosi e ai passanti.
«Il 3 gennaio i dirigenti torinesi del movimento fascista Fiamma Tricolore, Andrea Prato ed Emanuele Cavallo, denunciano di essere stati malmenati da una decina di anarchici a Porta Palazzo, mentre volantinavano “contro il precariato giovanile”. Andrea Prato, dopo aver cercato rifugio dietro una guardia giurata di una banca, si è ritrovato con una frattura al setto nasale.
Il 30 marzo il pubblico ministero Enrico Arnaldi di Balme e il giudice per le indagini preliminari Alessandra Bassi ordinano alla polizia di arrestare due compagni, Fabi e Luca. La prima ora si trova agli arresti domiciliari, il secondo al carcere delle Vallette a Torino. A loro va tutta la nostra stima, il nostro affetto, la nostra solidarietà.
Ancora una volta le istituzioni democratiche colpiscono a freddo chi attacca i fascisti direttamente, con forza e senza tante chiacchiere. E non ci si può aspettare nient’altro, dagli zelanti interpreti di un codice penale che definisce la “resistenza” un reato.
D’altra parte, la società democratica contiene in sé tutti gli elementi della menzogna fascista. Una continua guerra ai poveri spacciata per sicurezza; uno sfruttamento senza limiti spacciato per ripresa economica; nazionalismo, corporativismo e collaborazione di classe spacciate per difesa del “sistema Italia”; guerre imperialiste spacciate per missioni di pace.
Per questo i vari gruppi neofascisti non sono solo delle folkloristiche associazioni di nostalgici del Duce. In tempi turbolenti come quello che viviamo, il loro compito è ben altro: cavalcare i movimenti di protesta per distogliere l’attenzione degli sfruttati dai loro veri nemici, i padroni. Per questo i fascisti si nascondono dietro parole d’ordine come contro il precariato giovanile, contro le banche, per la casa, eccetera. Tutto fa brodo per queste “zecche di stato”.
Lottare contro i padroni e contro i governi che li proteggono significa anche combattere l’infiltrazione fascista. E oggi il fascismo ha mille nasi, oltre a quello di Andrea Prato. Rompiamoglieli tutti.»
FUORI I FASCISTI DALLE CITTÀ
FABI E LUCA LIBERI!
Anarchici