L’assedio di via Leinì (l’Ufficiale e il Questurino)
Cosa fanno un Ufficiale giudiziario e un funzionario dell’Ufficio politico della Questura quando si rendono conto che leggi e leggine possono ostacolare la finalità ultima del loro lavoro – vale a dire la tutela degli interessi dei padroni? Prendono leggi e leggine e ci si puliscono il sedere. Il diritto del resto è sempre una questione di forza, e la forza – quella militare, quella che fa muovere di prima mattina decine di uomini armati, e camionette, e funzionari dalla denuncia facile – è senza dubbio dalla loro parte.
E così, ieri mattina, l’Ufficiale e il Questurino hanno organizzato un bell’assedio all’alba – con decine di uomini armati, e camionette e funzionari dalla denuncia facile – per restituire alla legittima proprietaria un appartamento in via Leinì, nel cuore di Barriera di Milano, il cui inquilino da sei mesi resisteva allo sfratto. Peccato però che l’ultima volta l’Ufficiale giudiziario aveva lasciato formalmente all’inquilino tempo fino al 23 maggio per andarsene e che ieri… era solo il 15. Insomma, a differenza degli assedi precedenti – quello di Borgo Dora e quello di San Paolo – quando la forza questurina ha dato una bella spinta al diritto dell’Ufficiale giudiziario di sfondare porte in giorni prestabiliti, questa volta la forza si è presentata nuda per quello che è, senza alcuna pezza giustificativa.
L’Ufficiale e il Questurino si son studiati questo piccolo imbroglio per evitare tutti i fastidi legati al dover affrontare una porta ben barricata, inquilini vigili e svegli, un buon numero di solidali di fronte al portone da dover spostare di peso o da dover inseguire mentre bloccano le strade e scorazzano per il quartiere. Soprattutto, agendo illegalmente e di sorpresa hanno voluto evitare di misurarsi con una forza diversa dalla loro – che sa farsi sentire e mettersi in mezzo anche se non è di tipo militare, che trova linfa nella solidarietà reciproca degli sfrattati e nella simpatia di un bel pezzo di città – e con l’idea, ben distante dal diritto, che la casa è di chi l’abita e che tutti dobbiamo averne una.
Ascolta l’intervista a Ciro, trasmessa questa mattina da Radio Blackout:
[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Ciro-sfratto-16-05.mp3](Per la cronaca spicciola, l’Ufficiale in questione si chiama Savelloni Riccardo e i questurini sono i soliti della squadra politica di via Grattoni. La padrona di casa oggetto di tante affettuose attenzioni è una certa Benzo Margherita. Ah!, dimenticavamo: l’inquilino sotto sfratto già da qualche tempo vive in una casa occupata qui in quartiere e ieri mattina in via Leinì ci stava solo un suo amico, ospite per qualche giorno. Per cui l’Ufficiale e il Questurino, in realtà, non son riusciti a sfrattare nessuno.)
Aggiornamento 17 maggio. In mattinata un nutrito e colorato picchetto ha respinto lo sfratto di una famiglia proprio nel mezzo di Porta Palazzo, in Piazza della Repubblica: più di un mese di proroga, con gli sgherri della Polizia politica e del Commissariato in un angolo a guardare. Dopo di ché una cinquantina tra resistenti agli stratti, occupanti di case, solidali e passanti, hanno bloccato la strada e, tamburi e striscione in testa, hanno improvvisato un corteo intorno al mercato: una prima risposta all’assedio di martedì.