Cinque sul tetto

Da questo pomeriggio cinque reclusi se ne stanno appollaiati sul tetto del Cie di corso Brunelleschi a Torino. Sono stufi della vita nel Centro e si rifiutano di scendere, nonostante la polizia li abbia bersagliati con gli idranti riuscendo a tirare giù due altri prigionieri che erano saliti con loro. Intanto il Centro si è riempito di camionette della polizia e, in serata, un presidio improvvisato ma abbastanza folto ha portato la propria solidarietà sotto alle mura.
Questa nuova iniziativa di lotta è arrivata dopo qualche giorno di calma, dopo che nella notte tra giovedì e venerdì scorsi in tre aree c’è stata una piccola battaglia tra reclusi e militari combattuta a lanci di bottiglie di plastica e frutta da una parte e idranti dall’altra.
Ora sono le 23, e i cinque – determinati e ben organizzati – sono ancora sul tetto.
A presto aggiornamenti.

Aggiornamento 29 febbraio, ore 11,30. I cinque sono ancora sul tetto, in sciopero della fame; anche i compagni della loro area, la rossa, stanno scioperando con loro. Un particolare nuovo sulla scintilla che, ieri pomeriggio, ha fatto accendere gli animi: la polizia aveva tentato di far entrare nell’area un fabbro, incaricato di rimettere a posto una porta che i reclusi avevano danneggiato nei giorni precedenti. Ovviamente il fabbro è stato cacciato, la polizia ha reagito e da lì sono cominciati i balli.

Aggiornamento ore 22.00. Nel primo pomeriggio i cinque sono scesi dal tetto, con le loro gambe, ma hanno trovato la loro camerata chiusa giacché intanto era stata dichiarata inagibile. Pezzo a pezzo, piccolo danneggiamento dopo piccolo danneggiamento, l’area rossa sta diventando sempre più piccola.