Un piccolo terzo martedì del mese
Come vuole la recente tradizione di resistenza agli sfratti nella Barriera di Milano, il terzo martedì del mese è giornata di barricate. E quindi anche il 18 dicembre comincia presto con i cassonetti legati gli uni agli altri davanti a due portoni all’incrocio tra via Palestrina corso Vercelli. Ma quando arriva l’alba e ancora non si vedono i furgoni della celere e dei carabinieri, e della Digos neanche l’ombra, si teme che possa essere solo una giornata fredda e noiosa.L’attesa è rotta dalla telefonata di un inquilino sotto sfratto in via Cervino, che al primo accesso esecutivo si è trovato l’ufficiale giudiziario davanti alla porta, con tanto di fabbro al seguito. Immediatamente diversi sfrattandi e solidali si staccano dai due picchetti per impedire lo sfratto, che è solo a due isolati di distanza. Il fabbro viene fatto allontanare, l’avvocato del proprietario scappa, e l’ufficiale messo alle strette sul pianerottolo non può fare altro che concedere un rinvio di quattro mesi. «Questo sfratto non era nella lista ma ci sono quei “signori”!» si lamenta l’ufficiale al telefono con qualche superiore. Ma nessuno accorre in suo aiuto. Solo due donne lo prendono a braccetto mentre il gruppo lo accompagna agli altri due sfratti. E anche lì, in entrambi i casi, quattro mesi di rinvio.
Da registrare, infine, un vivace litigio tra la proprietaria e l’inquilina, entrambe marocchine, davanti al picchetto di via Palestrina: una piccola crepa nel muro di quella truffaldina unità tra paesani inventata per nascondere le distinzioni di classe. Un barlume di sana ostilità tra padroni e sfruttati che vale anche come segnale indiretto per tutti quelli che, per tornaconto politico o per ingenuità, propongono di organizzarsi ciascuno sotto il proprio vessillo nazionale, che sia tricolore o meno. O anche sotto le bandiere dei propri gruppuscoli politici; ma quest’ultima forse è davvero un’altra storia, e ne riparleremo.
E sempre a proposito di resistenza agli sfratti, archiviamo due articoli di Torino Cronaca di sabato 15 dicembre: il primo è un report un po’ colorito della situazione in città, l’altro è un editoriale che esprime molto bene i timori e le preoccupazioni di un fascista borghese.