A piedi, in tram, e ancora a piedi
13 marzo. Nel pomeriggio, dopo una veloce e affollata assemblea per discutere degli arresti di lunedì, un corteo spontaneo di sfrattati e solidali parte dalla casa occupata di corso Novara 9 e sfila lungo corso Giulio Cesare, scandendo slogan e bloccando il traffico. In piazza della Repubblica – al grido di «il tram si prende, il biglietto non si paga» – i manifestanti salgono sul 3 per raggiungere il carcere delle Vallette e salutare Claudia, Marianna, Simona e tutti i detenuti. Per una volta, a protestare di fronte alle prigioni non ci sono solo militanti ma c’è un pezzo di città che lotta, che viene colpito e impara a difendersi. La polizia, colta alla sprovvista, si deve accontentare di bucare tutte e quattro le ruote dell’automobile con cui un compagno aveva raggiunto il carcere. Durante l’attesa del carro-attrezzi, alcuni poliziotti vengono allontanati a grida e sputi.