Il conto
Dopo le rivolte di febbraio la Croce Rossa e le forze dell’ordine che gestiscono il Cie di Corso Brunelleschi stanno presentando il conto ai reclusi “colpevoli” di aver mostrato la loro soluzione al problema dei lager per senza documenti. Per diversi motivi non tutte le violenze commesse in questi giorni contro i prigionieri possono essere raccontate. Di certo sono tante le voci che descrivono questo Cie come uno dei peggiori conosciuti.
Ciò che possiamo raccontarvi è che purtroppo nelle ultime settimane c’è stata un’impennata di casi di autolesionismo, per ritardare la minaccia di un’espulsione o per pura disperazione. La reazione dei carcerieri oscilla tra l’indifferenza e la derisione. È ormai prassi che i reclusi vengano accompagnati al pronto soccorso con molta calma, solo per gli accertamenti e poi portati subito indietro quasi senza cure, soprattutto se hanno ingerito oggetti. I reclusi raccontano addirittura che un ragazzo sia stato rimpatriato con ancora nello stomaco bulloni e lamette, senza essere stato portato neanche in ospedale. Niente male per un Centro gestito da sedicenti professionisti del Pronto Soccorso. Chissà cosa avranno detto i poliziotti ai colleghi addetti al metal detector in aeroporto…
Nella serata di martedì 12 marzo un recluso dell’area gialla tenta di impiccarsi e perde i sensi prima che i suoi compagni riescano a tirarlo giù. I carabinieri vengono subito chiamati ma non intervengono perché hanno altro da fare: in televisione c’era Barcellona-Milan. Tra il primo e il secondo tempo gli sbirri, a quanto pare abbastanza alticci e divertiti, aprono le gabbie alla Croce Rossa. Portato in ospedale, non appena si riprende, il ragazzo viene subito ributtato in camerata, come se avesse avuto un semplice mal di pancia. Nel frattempo, la partita era finita 4 a 0 per il Barcellona.