Quel che resta

Distrutto per tre quarti e ormai mezzo vuoto: questo è quel che resta del Cie di Torino. Dopo gli incendi delle ultime settimane, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti anche grazie ad un video uscito pochi giorni fa da dentro, i responsabili dell’Ufficio Immigrazione hanno deciso di iniziare lo svuotamento del Centro. Mercoledì sono stati trasferiti una decina di reclusi, destinazione Roma e Bari. Giovedì un’altra decina di trasferimenti, questa volta direzione Trapani.

E mentre la situazione nel Centro di Torino resta tesa, tanto che proprio giovedì ci sono state due ore di battitura da parte dei reclusi costretti nelle celle di isolamento, le proteste ricominciano anche altrove. Proprio ieri sera a Roma, una ventina di reclusi ha iniziato uno sciopero della fame. La notizia viene confermata anche da un’intervista telefonica rilasciata da un recluso a SkyTg24, dove viene spiegato che lo lo sciopero è iniziato quando a Roma è arrivata la notizia della liberazione di un gruppo di reclusi dal Centro di Caltanissetta.

Ascolta la diretta con un compagno, che fa un quadro generale della situazione nel Cie di Torino, oppure scarica il file mp3:

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Ascolta la diretta con un recluso del Cie di Torino, che racconta di perquisizioni alla ricerca del telefono con cui è stato girato l’ultimo video, e di un paio di operai manutentori impegnati a cambiare le lampadine e dare il bianco nelle camerate bruciate negli ultimi giorni, oppure scarica il file mp3:

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2014/01/rbo_24012014_cie_to_recluso.mp3]

Ascolta la diretta con un recluso dal Cie di Caltanissetta,  arrivato in Sicilia dopo essere stato catturato a Firenze in una retata, che racconta di una quindicina di liberazioni e di probabili nuovi arrivi da altri Centri, oppure scarica il file mp3:

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Aggiornamento ore 23. Mentre al Centro di Ponte Galeria lo sciopero della fame prosegue e si allarga, un gruppo di reclusi ha deciso di cucirsi le labbra per protesta, proprio come un mese fa.

Aggiornamento 26 gennaio. Continua la protesta nel Cento di Ponte Galeria, dove da ieri sera una gruppo di reclusi ha deciso di cucirsi le labbra. I protagonisti del gesto sono una quindicina di ragazzi marocchini sbarcati a Lampedusa lo scorso autunno, alcuni dei quali si erano cuciti le labbra nel Centro romano già un mese fa. La protesta di Natale, dopo qualche giorno di clamore, era terminata anche grazie all’intervento di alcuni parlamentari, tra i quali il democratico Khalid Chaouki. Proprio lui aveva fatto da mediatore tra i reclusi e la polizia, sbandierando ai quattro venti di essere riuscito ad «ottenere piccole soluzioni: ad esempio l’allontanamento dei cani di sorveglianza dai detenuti». Passato un mese nulla è cambiato, e anche i cani sono ancora lì. Intanto, mentre la protesta si allarga e altri reclusi hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete, oggi al Centro sono ritornati giornalisti, televisioni e politici, con le loro inutili promesse.

Per un resoconto dettagliato della situazione ascolta questo estratto di una lunga intervista ad un recluso del CIE di Roma andata in onda nel primo pomeriggio di oggi su Radio Onda Rossa.

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