Rassegnazione. O no?
4 febbraio. Verso le sette la Croce Rossa tiene la prima lezione di un corso di primo soccorso nella sede di Moncalieri. Mentre i pochi partecipanti sono ancora intenti a pagare la cospicua rata di ammissione, una quindicina di nemici di frontiere e sfruttamento si reca sul posto. Per qualche minuto si spiega agli ignari astanti il ruolo meno noto dei personaggi che stanno per ascoltare. Si parla della gestione dei Cie, della complicità con le vessazione ed i maltrattamenti verso i reclusi, dei manganelli, dei pestaggi e delle chiavi delle celle, che i crocerossini hanno spesso e volentieri tenuto in tasca. Poche parole, ma piuttosto dure… La copertura verso l’ispettore di polizia che ha provato a stuprare Joy, nel Cie di Milano, la morte di Hassan nel 2008 per mancanza di cure. Nelle prime file alcuni sguardi si fanno tristi e impotenti, mentre i più sono attoniti e comunque, in fin dei conti, non c’è alcuna reazione di sdegno. La rassegnazione e l’abitudine al peggio non lasciano indenne nessuno. O quasi, forse in qualche testa e in qualche cuore, lo schifo per chi lucra su un campo di concentramento può ancora fare breccia.