Dietro il carcere
22 marzo. Verso sera una quindicina tra parenti e solidali raggiunge il prato retrostante il carcere delle Vallette per salutare i reclusi. C’è chi colpisce le sbarre delle celle con un puntatore laser, chi parla al megafono con vecchi compagni di reclusioni passate, chi chiama il figlio, chi i fratelli. L’atmosfera si fa immediatamente calda, le urla e i petardoni si susseguono, mentre da dentro i prigionieri, che erano stati precedentemente avvisati, rispondono rumorosi. Il saluto, che non dura più di una decina di minuti, crea immediatamente una bella situazione di complicità e vicinanza tra dentro e fuori ma anche tra i familiari stessi che pur non conoscendosi si ritrovano insieme ad urlare con i piedi bagnati e la certezza di tornare presto.