«Abbiamo rotto l’acciaio per vedere il cielo»
Dopo 9 mesi di coma farmacologico, è morto in questi giorni il recluso del Cie di Gradisca che era caduto dal tetto mentre cercava di scappare, durante una delle rivolte di Agosto dell’anno scorso. Si chiamava Mejid, aveva 35 anni e arrivava dal Marocco. Nel frattempo, il Cie di Gradisca ha chiuso i battenti da Novembre, dopo l’ennesima ondata di rivolte e incendi. Abbiamo intervistato al telefono uno dei compagni di reclusione e di lotta di Mejid, per ricordare lui e tutti gli altri, le loro rivolte contro le angherie e i soprusi della polizia, per la libertà. E per ricordarci che i responsabili del consorzio Connecting People sono ancora lì, un po’ malridotti ma sempre in pista nella gestione del business della prigionia e delle espulsioni.
Ascolta l’intervista, oppure scarica il file mp3.
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2014/05/la_storia_di_mejid.mp3]