Saluti e schiaffoni
17 maggio. Nel tardo pomeriggio un gruppo di solidali con i senza-documenti prigionieri e le loro lotte si ritrova davanti al Centro di corso Brunelleschi per un rumoroso saluto. Dentro, intanto, i reclusi si dan da fare a modo loro e tentano di dar fuoco a qualche masserizia nell’unica area ancora attiva nel Centro ma vengono bloccati quasi subito dalla polizia, che ne porta via uno malmenandolo. Fuori, poco dopo, arriva la Celere: gli agenti nervosissimi circondano i solidali e, forti di numero e manganelli, distribuiscono qualche schiaffo e iniziano una lunghissima procedura di identificazione in strada. Dopo un paio d’ore rilasciano tutti: solo una compagna straniera sarà trattenuta e liberata solo la mattina del giorno dopo. In serata il recluso portato via durante il tentativo di protesta verrà riportato nell’area insieme ai suoi compagni, dopo qualche ora d’isolamento.