Non fiori ma…
2 luglio. Roma. Nella notte viene incendiato un ufficio vendite della ditta Progedil che sta realizzando un nuovo centro residenziale. Le fiamme che si sprigionano dal gabbiotto sono dedicate a tutti gli arrestati, i ristretti e gli indagati nell’ operazione torinese del 3 giugno.
1 luglio. Bologna. Le vetrine di una filiale della Carisbo vanno in frantumi per ricordare le responsabilità della banca, affiliata al colosso Intesa San Paolo, in grandi opere e processi di riqualificazioni in città e per esprimere solidarietà e vicinanza agli arrestati di Torino e Bologna.
8 giugno. Pré Saint-Gervais e Pantin (Parigi). Sotto una grandine battente sono stati sabotati a colpi di martello e con della schiuma espansa otto bancomat, e due agenzie immobiliari hanno visto cadere le loro vetrine. Di frequente la solidarietà travalica i confini nazionali, questa volta regala calore a tutti i colpiti dall’operazione di polizia del 3 giugno a Torino.
8 giugno. Cuneo. Una ventina di solidali si sono ritrovati sotto le mura del carcere per salutare Francesco e tutti i detenuti. Si è riuscito a comunicare bene con dentro e così è arrivata la notizia che Francesco si troverebbe già in sezione e non ai Nuovi Giunti. Dentro è stata fatta una piccola battitura per ricambiare il saluto.
7 giugno.Ravenna. Nel corso della mattinata un gruppo di solidali ha distribuito ai passanti un testo relativo agli arresti del 3 giugno. E’ riuscito anche a farsi sentire dai detenuti, salutando Andrea e chiunque si trovi nel vecchio carcere del centro storico.
7 giugno. Vercelli. Un numeroso gruppo di compagni in serata si è ritrovato fuori dalle mura carcere nel quale sono rinchiusi Fabio e Marianna. Il saluto è durato oltre due ore, durante le quali è stato possibile parlare con molti detenuti.
7 giugno. Alessandria. Una quindicina di persone nel pomeriggio è andata a salutare Daniele. Molti cori, slogan e grida sono stati lanciati per portare solidarietà a lui e a tutti i reclusi.
7 giugno. Asti. Un gruppo di solidali, nel pomeriggio, si è ritrovato sotto le mura del carcere dove è rinchiuso Michele per salutare i detenuti. Il presidio è durato oltre due ore con cori e interventi relativi agli arresti del 3 giugno.
7 giugno. Biella. Una quindicina di persone, nel tardo pomeriggio, è rimasta per circa un’ora fuori dal carcere cittadino per salutare Beppe e i detenuti che hanno potuto sentire le urla e gli interventi e così rispondere.
7 giugno. Aosta. Verso le 19, i detenuti del carcere dove sono rinchiusi Toshi e Paolo hanno sentito un gran baccano. Dal pratone antistante, un bel gruppo di nemici delle galere ha cercato in tutti i modi di farsi sentire, e da dentro il carcere è arrivata, calorosa, la risposta: grida e battiture.
7 giugno. Torino. Circa 80 solidali hanno tenuto un presidio fuori dal carcere delle Vallette, davanti alle mura del blocco D dove sono rinchiusi Nico e Claudio. Interventi, musica e cori si sono susseguiti per circa due ore nonostante l’imponente schieramento di celere.
7 giungo. Bologna. Amici e solidali con gli arrestati a Torino hanno distribuito un volantino e fatto scritte per il quartiere della Bolognina raccontando ai passanti e agli abitanti della zona l’operazione che ha portato a 17 arresti nel capoluogo piemontese.
5 giugno. Bologna. Nella notte ignoti imbrattano e spaccano le vetrine della sede del PD Passepartout di via Galliera. Forse a qualcuno non saranno piaciute le parole di Gariglio, segretario regionale piemontese, dopo gli arresti di Torino.
4 giugno. Rovereto. Nella notte la locale sede del PD è stata imbrattata con della vernice rossa. Tracciate le seguenti scritte: “Di destra o sinistra chi sfratta è fascista”, “Solidarietà con i compagni di Torino”, “PD=Repressione”.
4 giugno. Lecce.Nel pomeriggio si è svolto a Lecce, nella zona del centro, un corteo solidale per i compagni arrestati e inquisiti a Torino con l’operazione poliziesca del 3 giugno. Con striscioni, volantini e interventi al megafono sono stati anche bloccati per una buona mezz’ora due incroci stradali, spostandosi poi verso i palazzi della periferia.
3 giugno.Torino. Nella città sabauda, dopo un’assemblea molto partecipata all’Asilo Occupato, si decide di partire in corteo per le vie di Aurora. Sotto una pioggia battente, circa un centinaio di persone hanno intonato cori per la liberazione dei tanti arrestati. Dalle finestre, dai bar, ai lati delle strade, gli abitanti della zona hanno mostrato la loro solidarietà, tutti d’accordo nel gridare che gli unici stranieri sono gli sbirri nei nostri quartieri. D’altro canto tutti, in quartiere, sanno cosa vuol dire avere uno sfratto, e molti di loro hanno imparato a non viverlo come una disgrazia personale, ma a resistere insieme, proroga dopo proroga, e sanno cosa vuol dire vivere sotto il ricatto di un permesso di soggiorno che tante volte non c’è, con la minaccia costante di un controllo di polizia.
3 giugno. Roma. Nella capitale, il presidio indetto in seguito allo sgombero di Tor Spaccata e agli arresti di Torino, si trasforma in un corteo che arriva a San Lorenzo.Circa 600 persone hanno bloccato le strade della Capitale mandando in tilt il traffico per qualche ora nella zona del quadrante est.
3 giugno. Milano. Nel tardo pomeriggio, per un paio d’ore, una sessantina di solidali ha improvvisato un presidio in Piazzale Cadorna, di fronte alla stazione FS, con interventi al microfono, volantinaggio e striscioni che recitavano “La lotta per la casa non si tocca” e “Solidarietà per i ragazzi e le ragazze di Torino”. Si è voluto anche ricordare lo sgombero di alcune case occupate a Roma avvenute in mattinata, in concomitanza con l’operazione torinese: Da Torino a Roma le case si occupano e si difendono.
3 giugno. Cagliari. Un aperitivo in piazza, già in programma in solidarietà a cinque compagni del posto, è diventato un momento per gridare forte la propria vicinanza agli arrestati, ai domiciliari e tutti gli indagati torinesi. Tra un bicchiere e uno spuntino si sono spiegate le ragioni del presidio e informato i passanti su cosa era accaduto a in mattinata nel capoluogo piemontese.