Voci dal Cie

Avevamo ipotizzato che i ragazzi arrestati durante la rivolta di lunedì sarebbero riusciti a sentire il presidio in solidarietà che si è tenuto oggi nel tardo pomeriggio al Cie di Corso Brunelleschi. Così non è stato perché, dopo che il giudice ha convalidato gli arresti domiciliari per i cinque ragazzi ed ha disposto il loro ritorno nel Cie, non sono stati riportati tra le sbruciacchiate mura di Corso Brunelleschi e non si sa ancora in quale altro Centro siano stati trasferiti. Quello che si sa di sicuro, invece, è che i tre ragazzi espulsi negli ultimi giorni sono stati deportati in fretta e furia e uno di loro ha fatto sapere, una volta arrivato a destinazione, di essere stato sedato prima del volo. Evidentemente si volevano evitare viaggi turbolenti ai poliziotti che lo accompagnavano, visto che il malcapitato di partire non ne voleva sapere.

I pochi rimasti nel Cie di Torino, una trentina in tutto, sparsi per le aree cha hanno ancora qualche stanza integra – la viola, la blu e la bianca – hanno invece potuto apprezzare il caloroso saluto che i molti solidali hanno fatto fuori dalle mura. Per oltre due ore ci si è fatti sentire con cori, petardi, interventi e buona musica e a tratti si sono riuscite a sentire le voci e le grida delle persone rinchiuse.

Le fiamme della scorsa settimana, oltre ad aver seriamente danneggiato una struttura già funzionante a regime ridotto, a causa degli incendi avvenuti nell’ultimo anno, hanno anche portato a qualche liberazione. Due le persone che hanno riacquistato la libertà, un ragazzo nigeriano e uno marocchino. Segno del fatto che un ultimo colpo potrebbe mettere definitivamene in ginocchio il Cie torinese. D’altronde il fuoco distrugge molto più velocemente di quanto si possa poi ricostruire.

Un’ultima notizia ci arriva dal Centro di Ponte Galeria. Qui due ragazzi sono in sciopero della fame rispettivamente da dieci e da venticinque giorni e ieri hanno anche deciso di cucirsi la bocca. La loro richiesta è semplice: vogliono uscire.