Sui binari
Pubblichiamo qui sotto uno scritto redatto da alcuni dei compagni perquisiti in seguito agli incendi scoppiati alla fine di dicembre, prima a Firenze e poi a Bologna, a danno dei cavi del sistema di controllo della linea ad Alta Velocità. Lo pubblichiamo volentieri perché contribuisce a riportare sui binari una discussione che — complici certamente i tromboni della grande stampa, ma pure pesanti e diffusissime fisime di movimento — era deragliata ancor prima di nascere. E le discussioni, quando deragliano, ottengono il contrario di quello che dovrebbero ottenere: avvenimenti altrimenti limpidi si ritrovano sommersi da una àura di sospetto e di mistero posticcia; ipotesi, proposte e chiavi di lettura dei fatti, anziché essere esposte e difese, o criticate, si ingarbugliano sino a risultare incomprensibili ai più; idee complesse e sfaccettate si irrigidiscono, perdendo di ricchezza fino a diventare mantra parrocchiali buoni per ogni occasione; la foga polemica si trasforma in affermazioni delatorie, con dolo o colpa che sia comunque vergognose e inaccettabili.
E pure, da quegli incendi di Natale di riflessioni interessanti se ne posson ben cavare: una occasione da non perdere se la discussione, tornata sui binari, proseguirà. A chiudere, vi abbiamo raccolto sommariamente i link a quanto abbiam trovato scritto in queste due settimane sull’argomento, condivisibile o meno, interessante o meno, doveroso o sostanzialmente inutile, in ordine cronologico inverso. Con una accortezza, però: di ogni contributo ne abbiam fatto un Pdf. La gradevolezza alla vista ne risente, e di molto, ma nessuno potrà cambiare le carte in tavola.
Riportiamo il discorso sui binari
I fatti avvenuti il 21 dicembre a Firenze e il 23 a Bologna hanno avuto un grande risalto mediatico a livello nazionale e in tanti hanno sentito l’esigenza di prendere parola, lanciandosi in più o meno fantasiosi voli pindarici, per cercare di analizzare e spiegare gli eventi. Dal momento che da più parti -sbirri, media e non solo- siamo stati chiamati in causa (vedi perquisizioni, dichiarazioni, allusioni…) ci sentiamo di dire la nostra per provare, con un po’ di lucidità, a ri-centrare il discorso e a riportarlo sui binari.
Partiamo dai fatti: tutti abbiamo letto di cavi del sistema di gestione e controllo del traffico ferroviario incendiati nei pozzetti accanto ai binari e, nel caso di Bologna, di scritte no tav in vernice verde (diverse dalle tag “tau” ) su un muro lungo i binari.
La conseguenza: treni AV con enormi ritardi o soppressi e anche treni di altre categorie (anche perché le Ferrovie, pur di ridurre i ritardi delle frecce, posticipavano la partenza dei regionali sfruttandone le linee).
Tempistiche: qualcuno può vedere la vicinanza dei fatti con il giorno di Natale, e dispiacersene per i passeggeri che hanno subito disagi; questo, del resto, avviene anche per gli sfortunati automobilisti che incappano nei blocchi autostradali, altra pratica spesso usata in valle e a fianco della valle (ci ricordiamo quanto avvenuto in tutta Italia dopo l’indotta caduta di Luca Abbà dal traliccio da parte degli sbirri?). Qualcun altro, invece, può rintracciare la vicinanza dei fatti con la sentenza di primo grado che ha portato alla condanna di 3 anni e 6 mesi Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, seppur contestualmente alla loro assoluzione dal reato di terrorismo. Lo stesso reato, pochi giorni prima, era stato contestato anche a Francesco, Graziano e Lucio in carcere per gli stessi fatti, con conseguente inasprimento delle misure detentive.
Al di là dei commenti di politicanti vari che hanno subito soffiato sul fuoco per alimentare letture farcite di terrore, e delle tesi complottiste che si sono fatte lentamente strada anche tra i nemici del tav, ci piacerebbe riprendere quanto oggettivamente accaduto per tornare a ragionare sulla pratica del sabotaggio. Ai tempi delle prime azioni di sabotaggio in Val Susa alla fine degli anni ’90, diverse voci erano distanti dal sentire questa pratica come “compagna di lotta”. Nel tempo, forse e soprattutto in seguito all’attacco al cantiere del 13 maggio 2013 e ai conseguenti arresti, molti hanno iniziato a considerarla come tale.
Nella lotta contro il treno veloce si intrecciano pratiche diverse e in questo sta la sua grande forza. Dai picchetti davanti alle aziende ai blocchi stradali, dalle marce popolari alle passeggiate notturne, dalle assemblee popolari alle discussioni serali ai campeggi, dall’apertura dei caselli autostradali all’imbrattamento delle sedi dei partiti del tav, dalle azioni di attacco al cantiere agli attacchi incendiari e non diffusi in tutta la penisola contro le aziende del tav, dal blocco dei treni AV nelle stazioni di mezza Italia -e non solo- al blocco delle linee ferroviarie attraverso azioni di sabotaggio di vario genere. Esatto, anche il sabotaggio fra queste pratiche, fra i metodi che un movimento coeso ma plurimo ha fatto proprie. Allora perché volersi girare dall’altra parte e chiamare le cose con un altro nome ora? Terrorismo? Servizi segreti? Vandalismo? Neofascisti? Furti di rame?
Il sabotaggio è stata una pratica di base nella storia dei movimenti di lotta e rivoluzionari. Di volta in volta è servito ad inceppare dei meccanismi, fossero essi di sfruttamento, di produzione, di reclusione, nocività ecc. Qui ed ora ne stiamo parlando nei termini di una pratica che mira a danneggiare ciò che fa parte del sistema di funzionamento di una macchina economica e politica che in questo caso è rinchiusa nelle vesti di un treno che si vuol far passare per quella montagna. Un treno che prima di arrivare in Val Susa ha attraversato mezza penisola, distrutto interi territori (pensiamo agli effetti ambientali oltreché economici che i cantieri del TAV hanno avuto -e si apprestano ad avere- al Terzo Valico, nel bresciano, in Trentino, nel Mugello, oltreché dove sono state realizzate le grandi nuove stazioni) e fruttato fior di quattrini ai soliti noti.
Tanti e tante provenienti da ogni dove in questi anni hanno partecipato a giornate di lotta contro il tav in valle (ricordiamo ad esempio il 27 giugno e il 3 luglio), così come ne hanno organizzate a casa propria in seguito ad appelli arrivati dalla Valle, ma anche per propria spontanea volontà. Tanti e diversi sono stati i contributi che, in ogni dove, si sono fatti sentire a fianco dei valsusini in lotta e di chi, per quella lotta, stava e sta pagando con la privazione della propria libertà. Dal famoso “portiamo la Valle in città”, lo slancio partito con la pratica dei blocchi ha contagiato i solidali di ogni dove che hanno dato così un senso concreto a quelle parole, uscendo dagli slogan ed entrando in autostrada. Dopo gli arresti per il sabotaggio al cantiere di Chiomonte nel maggio 2013 il ragionamento si è ampliato, e come qualcuno ricordava in un bell’opuscolo appositamente redatto, “siccome le parole, quando scaturiscono da un’esperienza reale, fatta da individui reali e non già da sembianti, hanno un senso, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno dello stesso anno ci fu una serie significativa di sabotaggi ai danni delle strutture e delle aziende collegate con l’impresa del Tav”.
Crediamo che ciò che è accaduto parli in modo chiaro e trovi una sua precisa collocazione nel tempo, nello spazio e nelle pratiche di un movimento che lotta contro il tav e che ha sostenuto per oltre un anno i compagni accusati di terrorismo per un atto di sabotaggio contro il cantiere.
A ciascuno le proprie analisi, senza ammettere delazioni e infamie.
E chiamiamo le cose con il proprio nome.
anarchici e anarchiche bolognesi
Leggi anche (lista aggiornata al 06 febbraio 2015):
- Infami, politicanti e pompieri! (“Alcun* partecipanti a Non Fides”, Non fides, 4 febbraio 2015)
- Sulle delazioni ed i compagni di strada (“Esagonale”, Indymedia Piemonte, 27 gennaio 2015)
- Delazioni e compagni di strada (“Dei compagni con un piede nell’esagono”, Indymedia Piemonte, 27 gennaio 2015)
- Confermo: dissociati, delatori e minchioni (“Anonymous”, Indymedia Piemonte, 24 gennaio 2015)
- Dissociati, delatori e minchioni (“Csoa Askatasuna”, Infoaut, 21 gennaio 2015)
- No Tav. Tracce nel bosco, itinerari di libertà (M.M., Anarresinfo.noblogs.org, 21 gennaio 2015)
- Nota redazionale su “I burabacio” (Notav.info, 17 gennaio 2015)
- Riguardo una malsana pratica (NED, P.S.M., Informa-azione.info, 15 gennaio 2015)
- Infami nel movimento (“Anarchiche/anarchici”, 15 gennaio 2015)
- Azione diretta e sabotaggio – dissociazione e delazione: è il momento di scegliere, senza più esitare! (“I presenti all’incontro del 12/01/2015 al Mainasso Occupato, Genova”, 12 gennaio 2015)
- No Tav – sabotaggi, prese di distanza e delazione: uno scritto dalla Francia (Alcun* anarchic* di Parigi e dintorni, Informa-azione.info, 7 gennaio 2015)
- Straccetti di benzina, stracci politici e delazione (“Anarchiche e anarchici di Trento e Rovereto”, 6 gennaio 2015)
- Slalom No tav, tra opportunisti, prestidigitatori e sicofanti (“Un anarchico attivo contro il Tav, ovunque”, 6 gennaio 2015)
- Mario Frisetti Schizzo risponde al comunicato postato sul sito “Anarchici Pistoiesi” (Mario Frisetti, Piemonte Indymedia, 31 dicembre 2014)
- I buoni di Natale (Finimondo, 30 dicembre 2014)
- Il vizio di giocare con le parole più che il vizio di giocare con la violenza (Simonetta Zandiri, TGMaddalena.it, 29 dicembre 2014)
- Lettera a Taurr da un Notav (Massimo Zucchetti, Il manifesto, 29 dicembre 2014)
- I No Tav e la lettera sull’attentato a Bologna (La Repubblica – Torino, 29 dicembre 2014)
- I burabacio [versione ritoccata] (Notav.info e Infoaut, s.d.)
- I burabacio [versione originale] (Notav.info e Infoaut, 28 dicembre 2014)
- Sabotaggi all’Alta Velocità, Perino al Secolo XIX: «I No Tav non c’entrano, è strategia della tensione» (Giampiero Timossi, Il Secolo XIX, 26 dicembre 2014)
- Imposimato: sono strategia della tensione per criminalizzare i movimenti No Tav (Ferdinando Imposimato, Notav.info, 26 dicembre 2014)
- Tristezze anarchiche, sui sabotaggi e i lamenti che ne conseguono (M., Anarchici Pistoiesi, 26 dicembre 2014)
- Accanimenti ad alta velocità (Infoaut, editoriale, 24 dicembre 2014)
- Bottiglie incendiarie e violenza istituzionale su chi lotta per il bene comune (Girolamo dell’Olio, Controradio, 25 dicembre 2014)
- Niente di nuovo sul fronte… occidentale (Luca Giunti, Notav.info, del 24 dicembre 2014)
- Incendio a Bologna 2014, caso-risolto: No Tav. Strage di Bologna 1980: mandanti ignoti. Le 10 ore più strane del Viminale (Andrea Doi, Notav.info, 24 dicembre 2014)
- Al Lupi, al Lupi! (Notav.info, editoriale, 24 dicembre 2014)
- Signor Lupi (Antonio Ginetti, 24 dicembre)
- Il vero danneggiato dagli attentati ai treni è il movimento No Tav (Curzio Maltese, L’Huffington Post, 24 dicembre 2014)
- A stormo! (Finimondo, 23 dicembre 2014)