Proteste e manganellate al Cie di Torino

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Mentre sui quotidiani locali si improvvisa un inutile e imbarazzante dibattito intorno al futuro del Cie di Torino, dentro le mura del Centro la tensione si è improvvisamente alzata. Dopo una mattinata di provocazioni e insulti da parte dei militari, diversi reclusi hanno deciso di reagire. In particolare i reclusi dell’Area Bianca hanno rifiutato il pranzo e gettato il cibo fuori dalle gabbie, mentre nell’Area Rossa un recluso avrebbe tentato di impiccarsi. La reazione della polizia non si è fatta attendere e circa un’ora fa la celere è entrata nelle aree Bianca e Rossa e ha iniziato a manganellare i reclusi: almeno un recluso è stato catturato e portato in isolamento, altri sono finiti in infermeria.

Aggiornamento ore 22 – Nel tardo pomeriggio un gruppo di solidali si è ritrovato fuori dalle mura del Centro e anche se la celere era già fuori ad attenderli hanno salutato rumorosamente i reclusi. Nel Centro la tensione resta alta: nell’Area Verde sarebbero scoppiati alcuni incendi, diversi reclusi hanno rifiutato la cena, alcuni sono saliti sui tetti delle baracche e il direttore del Centro ha minacciato di far intervenire nuovamente la celere. Tre dei quattro ragazzi portati in infermeria questo pomeriggio, un senegalese e due marocchini, non sono ritornati nelle sezioni: non è chiaro se siano stati rinchiusi nelle celle di isolamento o arrestati, come riferito dalla Questura di Torino e riportato da alcune agenzie di stampa.

Aggiornamento 13 maggio – ore 12 – Nel Centro in tanti continuano lo sciopero della fame e alcuni reclusi continuano a rimanere sui tetti. Sono state effettuate delle perquisizioni e per tutta la notte la celere è rimasta schierata, con l’evidente intento di intimidire i reclusi. È da confermare la notizia che alcuni moduli abitativi siano inagibili dopo gli incendi di ieri. Emilio Agnello, direttore del Centro per conto di Acuarinto, ha tentato a più riprese di convincere i reclusi a terminare le proteste, promettendo miglioramenti e minacciando l’uso della forza. Ma i reclusi sembrano molto determinati e sostengono di voler continuare a lottare.

Ascolta un racconto dettagliato della giornata di ieri e della nottata che ne è seguita, trasmesso questa mattina sulle frequenze di Radio Onda Rossa:

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