Per loro, no / 2
«Va bene quando trovi un pelo, ma non un verme!». A poco più di un mese di distanza, una nuova testimonianza dal Cie di Bari-Palese da dove, oltre alle lamentele pesanti per la gestione sanitaria che già conoscevamo, alla denuncia delle condizioni igieniche nelle quale i reclusi sono costretti a vivere e dell’indifferenza della direzione del Centro, ci arriva una storia di insetti nei piatti sostanzialmente identica a quella di Torino.
Di nuovo, quindi, la voce di chi è trattato da «oggetto rinchiuso» e se ne rende perfettamente conto, con l’aggravante dell’assurdità della situazione barese: da quel che ne sappiamo, i rimpatri da quel Centro sono sostanzialmente congelati. Una volta catturata, la gente viene tenuta rinchiusa per il massimo dei giorni possibili poi di nuovo liberata – salvo il rischio di finire impigliata di nuovo in un controllo e ricominciare la partita di nuovo. Una sorta di limbo crudele e senza senso apparente, lo “stai fermo un turno” nel gioco dell’oca cui son costretti a partecipare i proletari in virtù del solo loro luogo di nascita.
Ascoltate la testimonianza da Bari:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2015/09/cie-vermi-bari_mod_2.mp3]
Aggiornamento 20 settembre. Ieri pomeriggio un piccolo gruppo di solidali ha portato con megafono e fuochi d’artificio un saluto ai reclusi, che hanno risposto con fischi ed urla.