Si torna in Aula Bunker
Cominciano a scaldare i motori i nemici della lotta contro il treno veloce, in vista dell’inizio del processo d’Appello contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò previsto per il 15 di ottobre.
Prima le dichiarazioni rilasciate a La Repubblica dal Procuratore Generale Maddalena, pronto a utilizzare tutto il peso politico e il prestigio che gli garantiscono i tanti anni di onorata carriera al soldo dello Stato, per tentar di ridare una qualche credibilità a un’accusa di terrorismo che non ha trovato finora molti sostenitori neanche nelle aule di tribunale. Quindi le parole di Carlo Federico Grosso, pezzo grosso della Giustizia nostrana con trascorsi politici in orbita Pci, che sulle pagine dello stesso quotidiano nell’elogiare l’operato della Procura nel procedimento in questione ribadisce con fermezza che costi quel che costi la Torino-Lione s’ha da fare.
Non crediamo che queste prese di posizione abbiano stupito né tantomeno intimorito i tanti che si oppongono al Tav e, da ormai due anni, manifestano in vario modo la loro solidarietà ai compagni arrestati per il sabotaggio al cantiere di Chiomonte. L’offensiva mediatica che ha accompagnato un po’ tutta questa vicenda giudiziaria, con i suoi picchi d’intensità nei momenti maggiormente significativi, è stata di certo un’esperienza formativa anche per i meno avezzi a situazioni di questo tipo.
Più che lo stupore o il timore, le dichiarazioni di cui sopra siamo certi che abbiano piuttosto spinto molti a domandarsi: «E adesso? Chissà quale sarà la loro prossima mossa?». Una prima risposta a questo quesito è stata notificata proprio in questi giorni agli stessi imputati cui è stato comunicato che è cambiata la sede dove si svolgerà il processo. Non più, come stabilito inizialmente, al Palazzo di Giustizia di corso Vittorio Emanuele, ma presso l’Aula Bunker del carcere delle Vallette perché ritenuta più idonea, sia dal Comandante Provinciale dei Carabinieri e dalla Questura che l’hanno espressamente richiesto, sia dal giudice che ha acconsentito, a «garantire un più sereno svolgimento delle udienze». Sarà forse rimasto un po’ deluso chi si aspettava qualcosa in più dagli uomini di tribunale di un copione già letto. Non si può certo parlare in questo caso di “fantasia al Potere”.
In attesa della prima udienza che chiarirà se i teoremi della Procura possano nuovamente essere discussi nel secondo grado di processo, vi proponiamo gli estremi del nuovo conto corrente aperto per far fronte alle spese processuali.
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