Maestrale
Qualche giorno di clamore, poi di nuovo il silenzio: nulla di male per carità, certe attenzioni pelose dei giornalisti non sono più che un fastidio.
A inizio giugno sono state ritrovate tre taniche di benzina collegate a un timer di fronte ad altrettanti postamat di alcuni uffici postali a Bologna, Genova e Torino. Tentavi falliti con ogni probabilità per problemi tecnici ricollegati dagli inquirenti alla lotta contro Cie e le deportazioni.
Qualche articolista con una passione non tanto celata per Jessica Fletcher o avendo ricevuto qualche buona imboccata, ha persino tratto le prime considerazioni inquisitorie: atti di terrorismo con un mandante preciso.
Si sa che da un po’ di tempo Poste Italiane si è conquistata molte inimicizie, e non solo per le interminabili code allo sportello i primi del mese, ma per il ruolo che la compagnia aerea Mistral Air, di cui e proprietaria dal 2005, ha nelle espulsione dei senza-documenti. La società, fondata nel 1981 dal fu intraprendente Bud Spencer, ereditata dalla TNT per poi passare di mano all’agenzia di missive nazionale, ha conquistato nel 2011 l’appalto da parte del Ministero degli Interni per lo spostamento e il rimpatrio degli stranieri irregolari. Un’attività che è andata crescendo fino a diventare una vera e propria specializzazione. Mistral Air che fino al 2011 portava pacchi e occasionalmente pellegrini cattolici in giro per luoghi di culto, poi, ondata migratoria su ondata migratoria, ha ristretto il campo d’intervento e allargato il profitto. Dalla cosiddetta emergenza “arrivi” a seguito delle rivolte nei paesi nordafricani fino all’ultima che nel bel paese si catalizza a Ventimiglia la compagnia aerea ha avuto un bel da fare.
È in seguito alle dichiarazioni di Alfano sulla necessità di ristabilire l’ordine alla frontiera italo-francese che a Ventimiglia da più di un mese è iniziata una vera e propria opera di “bonifica” in cui la gestione logistica di Mistral Air è stata fondamentale: uomini e donne, prima rastrellati nella cittadina o sulla via per arrivarci, costretti in pullman verso l’aereoporto di Genova, sono stati poi imbarcati sugli aerei della compagnia e spostati in strutture del meridione per lo “smistamento”; un ritorno al via in questo razionale e sordido gioco dell’oca.
Non è un caso quindi che anche per il suo contributo nel ripulire la cittadina ligure, Mistral Air nell’ultimo periodo ha rinfoltito la schiera dei suoi nemici che con diverse iniziative hanno provato a darle fastidio e arrecarle danno in diversi modi.
Costruire una cronologia ben fatta e ragionata delle iniziative e azioni che hanno preso di mira Poste Italiane e Mistral Air è abbastanza complicato perché bisogna spulciare parecchio. Le iniziative sono infatti tante, di varia natura e sparse su tutto il territorio nazionale, ma hanno spesso risonanza quasi esclusivamente nella cronaca locale, o al più riportate in siti di “contro-informazione” o sui social network sotto forme più o meno articolate.
Quelle esplicite e conosciute sono state almeno una ventina solo nei primi sei mesi di questo 2016. Si va dai volantinaggi diffamatori agli imbrattamenti di muri di alcuni uffici, dagli attacchinaggi allo spaccare le vetrine, dai presidi pubblici davanti alle sedi di Poste Italiane ai postamat messi fuori uso; da nord a sud, da Lecce a Torino, passando per Bologna, Trento, Saronno, Genova e Milano, l’elenco è sicuramente parziale ma già lungo.
Clamori dell’ultima ora a parte, sono ben di più i guasti che Poste Italiane ha subito. Grazie a una semplice e improvvisata ricerca negli articoli usciti sulla cronaca locale nell’ultimo anno e mezzo abbiamo redatto una cronologia, sicuramente anche questa parziale, in cui ce n’è per tutti i gusti anche se – ce lo si perdonerà – ancora una volta ci siamo spinti poco oltre il nostro ombelico. Ci siamo quindi limitati a cercare di capire se è successo a Torino e provincia qualcosa che ci siamo persi per strada. Analoghe ricerche si potrebbero fare su tutto il territorio nazionale e con ogni probabilità uscirebbero un sacco di fattacci contro Poste Italiane, episodi che sono stati rubricati come vandalismo o tentativi di furto andati a vuoto, come quisquilie della routine delinquenziale metropolitana.
Ma si sa, i giornali fanno così, come attribuiscano valore o gravità a ciò che succede spesso deriva dalla lettura di certe congiunzioni astrali.
Qual è dunque la corretta interpretazione di questi fattacci? Non lo sappiamo, ve li elenchiamo comunque qui sotto. Se anche non fossero iniziative contro Mistral Air ma atti anonimi di vandalismo o tentativi di furto andati a vuoto, poco importa. Magari qualcuno ha ben pensato di mettersi qualche banconota in tasca o di vendicarsi per un licenziamento.
In ogni caso non abbiamo niente da ridire.
Febbraio 2015
Settimo Torinese – In due diverse occasioni vengono incendiati un Fiorino e una Panda di Poste Italiane.
Marzo 2015
Settimo Torinese – Incendiate in una notte tre Panda di Poste Italiane, danneggiati dalle fiamme anche un Fiorino e una Cinquecento di proprietà di una finanziaria e in uso alle Poste.
Torino – Danneggiato da incendio o esplosione un bancomat di Poste Italiane in Barriera di Milano.
Luserna San Giovanni – Distrutto da un’ esplosione un bancomat e gravi danni all’ufficio postale.
Aprile 2015
Avigliana – Tagliato cavo Telecom e forzato il cancello all’ufficio postale.
Gennaio 2016
Caselle – Nel parcheggio del centro di smistamento di Poste Italiane vengono incendiati sette motorini.
Febbraio 2016
Caluso – Incendiate due auto parcheggiate vicino: una era di proprietà di una società che opera per le Poste Italiane.
Giugno 2016
Piossasco – Esplosione danneggia bancomat e vetrate di un ufficio di Poste Italiane.