Perquisizione a Bologna
Non si è fatta attendere molto la vendetta della polizia e della Misericordia contro i reclusi di via Mattei dopo le proteste di ieri. Da questa mattina è in corso una perquisizione, approfondita, delle celle e degli internati. Qualcuno è stato spogliato di fronte a tutti. Le guardia sono arrabbiate soprattutto perché la voce dei fatti di ieri è arrivata all’esterno: vorrebbero il silenzio, sempre. Intanto un gruppo di reclusi, forse 6, è stato trasferito a Torino, non sappiamo se per necessità “tecniche”o per alleggerire la tensione.
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/09/perquise-a-bologna-23_sett.mp3]Aggiornamento. I cellulari sequestrati durante la perquisizione sono stati cinque o sei, non tutti, e non è sicuro il trasferimento verso Torino di alcuni reclusi. Al contrario, sembra stia entrando gente nuova nonostante il Centro sia al completo. Dentro si è sparsa la voce della versione truffaldina data da Giovanardi della protesta di ieri, e i reclusi ci tengono a confermare il racconto riportato dai solidali. Sanno bene che chi urla loro parole di libertà dall’altro lato delle gabbie non può offrire né protezioni politiche né grandi servizi sulla stampa asservita ma apprezzano l’energia del sostegno di fuori e ne sono incoraggiati: quando ieri una compagna ha provato ad entrare per un colloquio, i reclusi si sono messi a battere contro le sbarre e a spingere per riuscire ad arrivare più vicini possibile all’entrata e poter comunicare con lei – che intanto stava discutendo animatamente con le guardie che non la volevano far passare. Urla di sostegno reciproco: la compagna trattenuta dalla polizia e gli altri a spingere a qualche cancellata di distanza.
Passata la rivolta, sono tornati i racconti soliti fatti di abusi e trattamenti bestiali, carenze nei soccorsi medici, cibo disgustoso, pestaggi. Un recluso ha riferito che la sua visita mensile con la fidanzata è stata interrotta dopo soli cinque minuti e che la ragazza ha dovuto sopportare il pesante e non voluto corteggiamento del poliziotto di guardia. È emerso anche un tentativo di suicidio di qualche giorno fa.
Su questi temi, e in generale contro le norme del “Pacchetto sicurezza”, i compagni di Bologna hanno indetto un presidio nazionale per sabato prossimo, 26 settembre, alla scalinata della Montagnola.