Perquisizioni a Gradisca, pestaggio a Roma
Ore 14. Da circa un’ora dentro al Centro di Gradisca d’Isonzo è in corso una perquisizione. Una perquisizione provocatoria e violenta: in alcune camerate è già volata qualche manganellata. La polizia urla ed insulta, un ragazzo è in infermeria colpito alla testa. Fra due ore, fuori dalle mura, ci sarà un presidio di antirazzisti, ed è questo probabilmente che ha suggerito alla direzione del Centro di dare ai reclusi un avvertimento tanto forte, dopo una settimana di relativa calma. In più, abbiamo scoperto che almeno una camerata di reclusi è in sciopero della fame ed oggi ha rifiutato anche l’acqua. Seguiranno aggiornamenti.
Aggiornamento ore 21.00. Finita la perquisizione, i prigionieri di Gradisca sono stati fatti rimanere chiusi nelle stanze e solo dopo un’oretta hanno avuto accesso alle zone comuni. Alcuni sono stati trasferiti in aree differenti all’interno del Cie. Durante lo svolgersi del presidio antirazzista oltre le mura la situazione è rimasta abbastanza calma. Da Roma, invece, arrivano maggiori dettagli sulla tentata evasione di ieri sera. A provare la fuga sono stati in tre, non quattro. Uno solo è riuscito a scavalcare il muro ma si è rotto la gamba cadendo, ed è stato presto ripreso dalle guardie. Un altro, fallita l’evasione, è ritornato per tempo insieme agli altri reclusi senza farsi intercettare dalla polizia. Il terzo, invece, è stato preso dai militari e messo in isolamento. Oggi, casualmente, un recluso è riuscito a vederlo. La scena che ci ha descritto è agghiacciante: era scalzo, con la faccia gonfia e lividi sui piedi e sulle mani, circondato da almeno otto militari che gli impedivano di alzarsi. Sempre oggi altri cinque reclusi sono stati trasferiti da Ponte Galeria verso qualche altro Cie.