Tre giorni tra solidarietà ai detenuti in lotta e antirazzismo
C’è chi, da dentro, ha scelto l’arma dello sciopero della fame, autorganizzando una rete di solidarietà che investe il grigiore delle carceri di tutt’Italia. Sono più di 700 ergastolani e circa 8000 detenuti comuni e familiari.
C’è chi, da fuori, si vuole armare di fantasia per esprimere una solidarietà attiva, per contrastare questo delirio securitario, per spezzare un silenzio assordante.
Tante sono le forme di mobilitazione di questi ultimi giorni a Torino. Si tratta ora di renderle imprevedibili, assordanti e diffuse ovunque.
Al carcere delle Vallette la notte di venerdì 30/11 alcuni solidali hanno portato un saluto notturno con urla e fuochi d’artificio, lanciando un abbraccio a tutti i detenuti e all’ergastolano in sciopero; in città sono comparse scritte e manifesti di solidarietà su molti muri. Inoltre nei pressi di molte edicole sono comparse finte locandine con titoli che, a differenza di quasi tutti i giornali, hanno riportato la notizia dello sciopero.
Sabato 1/12 banchetto dell’evasione fuori dal carcere delle Vallette.
La mattina è stata lanciata della sana immondizia addosso a uno dei varigazebi della Lega Nord sparsi nella città contro l’immigrazione, l’indulto e per la “sicurezza”. Qualche razzista se l’è beccata in faccia. Tre compagni vengono fermati, trattenuti in questura e denunciati per imbrattamento.
Anche al Balòn, storico mercato delle pulci e punto d’incontro di persone di diversa provenienza, i razzisti della Lega si sono presentati con i loro contenuti del cazzo, ben protetti dalle forze dell’ordine.
Sfortunatamente per loro sono stati cacciati con lanci di uova, sputi in faccia e maleparole. Ci sono stati tafferugli tra i compagni (presenti sul luogo per un’iniziativa di Radio Blackout) e gli sbirri (anch’essi bersagliati e inzozzati ) con il supporto e gli applausi della gente presente al mercato. Nessuno spazio per chi fomenta l’odio razziale e invoca la repressione e la galera (Anche in altre parti della città sono comparsi striscioni sui balconi contro la presenza di questi razzisti).
Successivamente un piccolo corteo spontaneo è partito per le vie di Porta Palazzo, quartiere popolare di Torino, per informare la gente sull’inizio dello sciopero della fame degli ergastolani. Striscioni, volantinaggi e voglia di rompere il silenzio riservato dai media a questa lotta…
Domenica 2 dicembre la solidarietà si è fatta sentire a Biella, dove anche qui otto ergastolani hanno iniziato lo sciopero della fame. La mattina volantinaggio nel centro della città, il pomeriggio presidio sotto il carcere con musica, interventi e saluti ai detenuti. Si è parlato naturalmente dello sciopero della fame ma anche della situazione interna del carcere, dove da qualche mese un nuovo capo delle guardie impone nuove restrizioni per i colloqui con i famigliari. Il presidio si è concluso con fuochi artificiali (e naturali) e grida di solidarietà…
La sera di domenica alcuni solidali con la lotta dei detenuti hanno contestato un’ iniziativa artistica all’interno dell’ex-carcere delle Nuove a Torino. Una mostra che, attraverso l’esposizione di opere all’interno delle celle(!!!) banalizza e spettacolarizza un luogo di sofferenza come questo, trasformandolo in un museo dell’orrore per intellettuali radicalchic. Luoghi di tortura e isolamento come erano le Nuove esistono ancora, lontani dai riflettori e dagli sponsor (Banca Intesa, San Paolo e compagniabella).
Oltre tutto in questi giorni della gente vi sta lottando dentro, mettendo in gioco la propria vita: questo è stato fatto notare (con un pò di movimento) ai visitatori…