Dentro i Cie, e contro il loro mondo

Ancora autolesionismo a Torino. Domenica c’è stato un altro presidio in corso Brunelleschi, il terzo in tre giorni, in solidarietà ai reclusi nel Cie in lotta. Pare che i telefoni sequestrati siano stati restituiti, ma i reclusi denunciano perquisizioni, lentezza nei soccorsi e ritorsioni. Quando da dentro giunge la notizia che diversi reclusi dell’area rossa si sono tagliati mani e piedi, dai microfoni di radio Blackout viene lanciato l’appello a tempestare di telefonate il centralino del Centro, che dopo un po’ smette di rispondere. Nell’area viola, cinque reclusi su undici sono in sciopero della fame e della sete. Ascolta la diretta con uno di loro, al telefono con Radio Blackout.

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Idranti a Bologna. «Al centro di identificazione e espulsione di via Mattei era in corso nel tardo pomeriggio di oggi un presidio in solidarietà ai migranti reclusi. Come in molte altre occasioni, dall’impianto di amplificazione i manifestanti tentavano di comunicare con l’interno. Stavolta però, intorno alle 17.30, i soldati dell’esercito che, insieme a polizia e carabinieri, stazionano dentro e fuori la struttura, hanno usato il getto degli idranti  sia per respingere all’interno delle camerate i migranti che cercavano di avvicinarsi alle inferriate per ascoltare e rispondere ai dimostranti, sia, dall’interno verso l’esterno, contro gli antirazzisti stessi. Una camerata sarebbe stata completamente bagnata, così come i vestiti di ricambio di tutti. Il clima è molto rigido.» (Fonte ZicNews). Ma dall’interno del lager i reclusi hanno poi fatto sapere che, nonostante non abbiano più nulla di asciutto da indossare e le sezioni siano completamente allagate, sono contenti della solidarietà che è stata portata loro, delle urla e degli slogan che sono riusciti a sentire. Meno contenti, probabilmente, gli agenti della Digos bolognese, raggiunti dal getto degli idranti molto più abbondantemente dei manifestanti all’esterno.

Ascolta il racconto di una compagna bolognese, raccolta da Radio Onda D’Urto:

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Sciopero della fame a Milano. Intanto, dopo la permanenza sui tetti di sabato pomeriggio, i reclusi di tre sezioni del Cie di Milano hanno indetto uno sciopero della fame.

Autolesionismo a Gradisca. Sabato pomeriggio, in seguito all’interruzione anticipata dell’aria, quattro reclusi hanno ingerito delle lamette e delle batterie. Due di loro, rinchiusi nel blocco blu, sono stati trasportati al pronto soccorso in serata mentre gli altri due, rinchiusi nel blocco rosso, sono rimasti all’interno del Cie, ignorati dal personale medico. Domenica, anche se le loro condizioni sono visibilmente peggiorate, i dottori del centro continuano a negare loro l’intervento del 118. Secondo i quotidiani locali, poi, la tensione sarebbe iniziata già nella notte tra venerdì e sabato, quando una quindicina di reclusi sarebbe salita sul tetto per tentare la fuga, ma inutilmente.

E anche a Lamezia Terme. Giovedì alcuni reclusi hanno ingoiato oggetti. Ciononostante, due di loro sono stati deportati in Tunisia.

Intanto, a Parigi pure i reclusi dell’appena ricostruito Centro di Vincennes (l’ultima ala che mancava è stata inaugurata da appena tre giorni!) hanno ripreso a farsi sentire, proprio durante questo fine settimana. Una piccola rivolta nella notte tra venerdì e sabato ha permesso a due reclusi di darsi alla fuga mentre, la notte successiva, in cinque hanno approfittato di una finestra spaccata e del sistema d’allarme guasto per allontanarsi. Secondo la polizia parigina dei sette fuggiaschi quattro sarebbero già stati ripresi, mentre ci sarebbero due agenti feriti e vari danni alla struttura. Da una testimonianza da dentro: «I ragazzi che hanno aiutato gli altri a fuggire hanno spaccato la finestra, e poi li hanno aiutati ad andarsene. L’hanno fatto perché sapevano che i ragazzi fuggiti sarebbero stati espulsi presto. Voi lo capite, sono degli algerini ed è un casino con il loro paese, mentre gli altri che non li hanno seguiti pensano di non essere espellibili, e aspetteranno qui i loro 32 giorni».

Tutte queste proteste degli immigrati dentro e fuori dai lager in questi giorni non potevano non infiammare il cuore dei solidali. A Bologna sono stati incendiati diversi cassonetti la notte del 17 novembre: nei pressi vengono lasciate alcune scritte come “Vogliono gli immigrati schiavi per ricattarci tutti” e “Dalle gru alle strade: rivolta”. A Rovereto sono stati Danneggiati tre bancomat  di Bnl, Intesa e Unicredit , assieme a scritte come “Bnl finanzia i Cie” “Qui si finanzia la guerra” e “Solidarietà con chi lotta”. E ancora, una sede della Lega Nord danneggiata a San Benedetto del Tronto: nonostante la scritta sia abbastanza chiara, “Da Brescia a San Benedetto contro Maroni e i suoi aguzzini”, i carabinieri sospettano che dietro ci siano le proteste contro… la tessera del tifoso.