Ancora in alto

Dopo le rivolte di Bari, l’evasione di Modena, gli atti di autolesionismo a Torino, la protesta dei prigionieri senza-documenti arriva a Milano. Verso le 18.30 di questa sera una quarantina di reclusi del Cie di via Corelli sono saliti sui tetti. La polizia, di sotto, per ora sta a guardare e la situazione è relativamente tranquilla.

Ascolta una diretta con un recluso di via Corelli, dai microfoni di Radio Blackout 105.250

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/11/rbo-20112010-corelli-1.mp3]

Poco dopo, si fa sentire anche il vice-sindaco di Milano, Riccardo De Corato: “In via Corelli è in atto l’ennesima protesta da parte dei clandestini. Un film visto e rivisto che non possiamo più tollerare. Questa farsa deve finire. Se non vogliamo che il centro di identificazioni ed espulsioni chiuda definitivamente. Ricordo infatti che la capienza del Cie e’ di 112 posti. A seguito delle rivolte una trentina sono diventati inagibili. E di questo passo, tra proteste, disordini e rivolte non ne rimarrà più nessuno.”

Aggiornamento – ore 22.00. A causa della forte pioggia i reclusi sono scesi dal tetto, senza ripercussioni da parte della polizia. Ritorna quindi la calma nel Cie di Milano, almeno per ora.

Aggiornamento 21 novembre. Le proteste raggiungono pure Gradisca dove sabato pomeriggio, in seguito all’interruzione anticipata dell’aria, quattro reclusi hanno ingerito delle lamette e delle batterie. Due di loro, rinchiusi nel blocco blu, sono stati trasportati al pronto soccorso in serata mentre gli altri due, rinchiusi nel blocco rosso, sono rimasti all’interno del Cie, ignorati dal personale medico. Oggi, domenica, anche se le loro condizioni sono visibilmente peggiorate, i dottori del centro continuano a negare loro l’intervento del 118.