Lunedì
Dopo un fine settimana tanto denso, qualche aggiornamento veloce su questo lunedì nei Cie. Intanto, in via Corelli a Milano, lo sciopero della fame iniziato domenica in tre sezioni si è ridotto ad una sezione sola oggi, con una ventina di reclusi. Il responsabile della Croce Rossa, oggi pomeriggio, ha garantito che domani il direttore del Cie incontrerà due reclusi per sezione e ascolterà la loro richieste. Staremo a vedere.
A Torino, invece, la situazione sembra bloccata tra la disperazione dei gesti autolesionistici che non riescono ancora a trasformarsi in una vera e propria protesta collettiva, scioperi della fame isolati, l’amministrazione che cerca di ristabilire un minimo d’ordine a forza di provocazioni ed isolamento e – cosa più importante, visto che è l’unica rispetto alla quale possiamo mettere mano – il movimento dei solidali, che non riescono a proporre nulla di significativo che dall’esterno porti per lo meno un po’ di forza.
Nei dettagli. Nell’area viola la metà dei reclusi continuano lo sciopero della fame e della sete, insieme a qualcuno nell’area gialla, mentre i ragazzi con la bocca cucita continuano a restarsene in isolamento. Uno solo si è fatto togliere i punti, probabilmente per partecipare ad una udienza che si terrà domani. Rispetto agli altri, un crocerossino ha commentato che «finché non stanno per morire li lasciano lì». Ovviamente, i reclusi che ieri si erano tagliati non sono stati soccorsi mentre i famosi telefonini sequestrati sono ritornati ai loro legittimi proprietari: le guardie, da quel che si capisce, ne cercavano qualcuno in grado di fare fotografie.
Ascolta alcuni di questi aggiornamenti direttamente dalla voce di un recluso:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/11/lunedi-in-corso-brunelleschi.mp3]
Rispetto a Vincennes, invece, non abbiamo novità ma vi giriamo la traduzione di un po’ di documentazione che ci è stata segnalata in rete.
Viva l’evasione!
Bisognava che Vincennes fosse ricostruito a nuovo, con telecamere dappertutto, e che l’ultimo edificio fosse operativo da appena tre giorni, perché tre persone riuscissero ad evadere. Una bella notizia!
Dei sans-papiers scappano dal centro di detenzione amministrativa di Vincennes.
Sei sans-papiers sono scappati dal centro di detenzione amministrativa (CRA) di Vincennes nelle notti fra venerdì e sabato e fra sabato e domenica, si apprende da fonte poliziesca. Tre di questi sono stati in seguito rintracciati dagli agenti. Una prima evasione ha avuto luogo sabato verso le 2,30 provocando degli incidenti all’interno del CRA. Cinque altre persone sono scappate domenica verso le 4,30 del mattino. “Sono stati compiuti dei danneggiamenti all’interno dell’edificio, dove il clima è teso”, apprendiamo dalla stessa fonte. Il dispositivo poliziesco intorno al CRA è stato rinforzato, al fine di prevenire nuovi incidenti e nuove evasioni.
Fonte: La stampa dei padroni (AP), 21 novembre.
Diversi sans-papiers in fuga dopo incidenti all’interno di un centro di detenzione.
Sono stati dispiegati rinforzi di polizia …
Incidenti si sono prodotti nella notte fra venerdì e sabato nel centro di detenzione amministrativa (CRA) di Vincennes, e diversi clandestini sono riusciti a prendere la fuga, si è appreso domenica mattina da una fonte prossima agli inquirenti. Di questi, tre restano irreperibili a domenica mattina, conferma la prefettura di polizia di Parigi. Gli incidenti sono scoppiati nella notte fra venerdì e sabato perché parecchi stranieri in situazione irregolare rifiutavano di vedere il medico, secondo una fonte vicina agli inquirenti. Due detenuti hanno approfittato della confusione per fuggire, ma uno dei due è stato rapidamente ripreso. Due poliziotti leggermente feriti. Secondo la prefettura di polizia, “il clima è rimasto abbastanza pesante” nella notte fra sabato e domenica. Cinque altri stranieri sono allora scappati approfittando di un vetro rotto; l’allarme non ha funzionato, precisa la fonte prossima agli inquirenti. Tre di questi sono stati arrestati in seguito, secondo la prefettura di polizia, che ha confermato “danni materiali ancora da quantificare”. Nel giugno 2008, violenti incidenti erano scoppiati nel CRA di Vincennes, all’indomani del decesso di un tunisino di 41 anni, morte considerata sospetta dagli altri stranieri detenuti. Il CRA era stato dato alle fiamme. Nel marzo 2010, dieci clandestini sono stati condannati per quei fatti a pene che vanno dagli 8 mesi ai 3 anni di prigione senza condizionale.
Fonte : La stampa dei padroni (Agence Faut Payer), 21 novembre.
Alcune testimonianze raccolte dai compagni per telefono…
«Mi hanno arrestato alla prefettura, quando mi sono presentato per il rinnovo della mia ricevuta [di richiesta di permesso di soggiorno, NdT]. Mi hanno preso il passaporto. Volevano spedirmi direttamente all’aeroporto, allora ho fatto una domanda d’asilo per bloccare l’espulsione. So che la domanda non sarà accettata: il Mali non è in guerra. Mi hanno già arrestato due anni fa, ma mi ero rifiutato di salire sull’aereo. Sono qui da tre giorni, ieri due persone hanno cercato di fuggire. Le condizioni qui non sono buone, bisogna aspettare, sempre aspettare, per qualunque cosa. Tutti impazziscono, ci sono tre persone che sono scappate dall’edificio 1. Non possiamo comunicare con quelli degli altri edifici. L’evasione è stata di notte, tra le due e le tre del mattino, i poliziotti correvano dappertutto, io dormivo. Ci hanno svegliato. Battevano a tutte le porte. Due sono stati ripresi. Ce n’è uno che si è tagliato le braccia, la pancia e i piedi cercando di passare la rete, era grave a causa del filo spinato. Non voleva risalire nella sua cella al primo piano, voleva restare in basso nel refettorio, era senza scarpe, tutto nudo solo coi boxer, è stato torturato come un cane. Qui dobbiamo prendere dei medicinali per dormire, ci sono dei barboni, dei tossici, è troppo dura, ci sono risse in continuazione. La gente ha fatto tutta la propria vita qui e deve partire, lasciare tutto, è troppo dura. Tutti sono arrabbiati, gli sbirri entrano ed escono tutto il tempo dalle camere, non si riesce a dormire, non puoi stare fuori per il freddo e non si vedono che reticolati. Siamo in tanti in questo edificio, non possiamo mangiare come vogliamo e nemmeno chiamare la famiglia. L’assistente sociale non è sempre qui: c’è il sabato, ma non la domenica, ed arriva tardi il lunedì. (Leggiamo un articolo del giornale) La gente è arrabbiata, è per quello che si sono rifiutati di andare a vedere il medico.»
«Buona sera, tutto quello che dice l’articolo è vero. I tipi hanno aiutato quegli altri a fuggire, hanno rotto il vetro della finestra, li hanno aiutati a scappare. Lo hanno fatto perché i tipi che sono scappati dovevano essere espulsi. Sapete, sono algerini ed è un casino con il loro paese; invece gli altri non li hanno seguiti perché pensano che non possono essere espulsi e si faranno i loro 32 giorni [rima di essere rilasciati, NdT]»
fermeturetention@yahoo.fr , 21 novembre 2010.
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