Martedì

A Corelli lo sciopero è sopeso. Domani i reclusi dovrebbero avere un incontro con l’ispettore capo, con il responsabile della Croce Rossa e, pensate un po’!, il responsabile della Sodexo. Se non saranno soddisfatti riprenderanno a digiunare.

…e mercoledì. Ovviamente, i pezzi grossi del Cie e della Sodexo oggi non si sono fatti vedere. L’appuntamento, a quanto dicono, è per domani.

…e giovedì. Solo oggi, alla fine, il responsabile della Sodexo si è fatto vedere in Corelli. I reclusi hanno esposto le loro lamentele e lui ha fatto le sue promesse. “Non è che lottiamo per migliorare questo posto” – hanno detto i reclusi – “ma non vogliamo più mangiare della merda”. Vedremo cosa succederà, ma già da quando è stato sospeso lo sciopero della fame la qualità dei pasti è migliorata. In mattinata, poi, il Centro è stato svuotato dai reclusi identificati come algerini: dovrebbero essere più di trenta, e sulla loro sorte si inseguono due voci. La prima è che sia in preparazione un charter di rimpatrio tutto per loro. La seconda è che sia una piccola rappresaglia di massa, visto che alcuni sono stati particolarmente attivi nelle proteste del fine settimana.

A Torino, invece, la situazione è ferma a ieri, con i reclusi dalla bocca cucita ancora in isolamento. Chi di loro aveva delle udienze si è rifiutato di parteciparvi: e del resto così, con la bocca cucita, difficilemente gli agenti li avrebbero portati di fronte ad un giudice. Ieri sera, sotto le mura, c’è stato un altro saluto solidale, con petardi, urla e battiture.

…e mercoledì.  Questa notte i reclusi con la bocca cucita si sono fatti togliere i punti e sono ritornati in sezione con gli altri. Non si sa ovviamente, ovviamente, con quali maniere siano stati convinti.

…e giovedì.  Oggi alcuni funzionari del Consolato tunisino hanno passato buona parte del pomeriggio dentro al Centro, a mettere i timbri per consentire la deportazione dei propri conterranei prigionieri. Vogliono fare presto, evidentemente, a riportare a casa i protagonisti di questa ondata disperata di resistenza dalle bocche cucite. Con tutti i problemi del caso, però, visto che è già da un po’ di tempo che il governo di Tunisi accetta solo cinque rimpatri coatti alla settimana dall’Italia, e che le vecchie vie dirette di rimpatrio dal nord  (i voli TunisAir da Malpensa e la nave da Genova) sono state abbandonate a favore del solo volo da Roma. Intanto, trenta degli algerini portati via da Corelli in mattinata sono arrivati a Torino e nel pomeriggio si è svolto un nuovo presidio solidale fuori dalle mura.