Una al mese
Un retata al mese, tanto perché sia ben chiara l’aria che tira. Dopo gli arresti di Bologna e quelli di Firenze, ora una bella sfilza di perquisizioni e mandati di cattura in tutto il Piemonte. Niente ricami intorno a reati associativi, questa volta, perché a mettere al lavoro all’alba i questurini di Cuneo e Torino è un fatto specifico. Un gran bel fatto specifico, in effetti, avvenuto a Cuneo alla fine di febbraio: l’inaugurazione di una sede di Casa Pound rovinata a colpi di pietre, bastoni e bombe carta da un centinaio di compagni, staccatisi da un presidio troppo pacifico per essere efficace. Nella mischia, un sanpietrino aveva colpito dritto al volto un fascista mandandolo prima a terra poi all’ospedale con un trauma cranico, e diversi altri contusi si erano registrati tra le fila dei camerati e dei poliziotti schierati a loro difesa. Una piccola “intifada antifa” che aveva fatto un certo scalpore anche fuori dalla Granda; un pericoloso buon esempio di buon senso e determinazione, insomma, di fronte al quale i fascisti di Casa Pound non hanno trovato niente di meglio da fare che piangere e chiedere le dimissioni del sindaco di Cuneo.
I mandati di cattura di ieri mattina sono sette: per due compagni i giudici hanno richiesto il carcere, per altri cinque i domiciliari. Le notizie sono ancora abbastanza frammentarie, ma pare proprio che non siano riusciti ad eseguirli tutti. Non c’è nessuna notizia di Guido – redattore della rivista di storie, culture e lotte della montagna Nunatak – che adesso come adesso risulta fortunatamente uccel di bosco. I due torinesi coinvolti nell’inchiesta, invece, sono stati presi: uno, Luca, si trova già nel carcere di Cuneo mentre l’altro, Fabio, è agli arresti domiciliari a casa sua a Torino. Fabio è un redattore della trasmissione “Macerie su macerie” nonché del nostro sito e i nostri lettori lo conoscono bene, così come conoscono bene Luca: entrambi sono stati spesso protagonisti delle iniziative che vi abbiamo raccontato in questi tre anni ed erano già finiti al fresco in occasione del retatone che nel febbraio del 2010 aveva colpito il movimento contro i Cie qui a Torino. Anche gli altri quattro compagni (Zaccaria, Francesco, Luca e Dario) contro i quali la Procura ha spiccato i mandati d’arresto sono ai domiciliari, in provincia di Cuneo, mentre un altro è sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza. Durante le perquisizioni – che sono state almeno una ventina tra le provincie di Biella, Torino, Cuneo ed Asti – è stata pure arrestata una compagna, accusata di coltivarsi in casa delle piantine proibite: processata per direttissima, è stata liberata quest’oggi. Lunedì, nel pomeriggio, gli arrestati saranno interrogati dai magistrati che hanno ordinato il loro arresto.
Una prima risposta alla retata di ieri c’è stata questo pomeriggio a Torino. Una cinquantina di compagni si sono radunati in piazza Madama Cristina, nel cuore di San Salvario e, dopo una veloce assemblea di piazza, hanno percorso le strade del quartiere volantinando, scandendo slogan, affiggendo locandine e facendo scritte – in particolar modo sulle banche di passaggio e sulla solita sede della Lega di Largo Saluzzo. Dopo una mezz’ora di rumorosa passeggiata, e dopo aver portato il proprio saluto sul portone di uno degli arrestati ai domiciliari, il corteo si è sciolto senza che nessuno venisse fermato. Nei prossimi giorni verranno comunicate ulteriori iniziative.
Intanto, chi volesse scrivere a Luca, l’unico degli arrestati che è in carcere può farlo a questo indirizzo:
Luca Ghezzi
C.C. via Roncata 75
12100 Cuneo
Leggi uno dei volantini distribuiti durante l’iniziativa di San Salvario e guarda le locandine (1, 2, 3, 4, 5) affisse durante il percorso.
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