11 luglio. Nel pomeriggio, una trentina di antirazzisti si raccoglie di fronte all’ufficio rapporti sociali della Lega Nord di largo Saluzzo.
La piazzetta è già colma di camionette della polizia e di carabinieri in assetto da battaglia, insieme allo stato maggiore della Digos torinese. Incuranti del pericolo, gli antirazzisti tirano fuori dalle borse lo striscione che segue:

dai-un-dito.jpg

Dopo un attimo di smarrimento, il vicequestore Petronzi si ricorda che il Maroni in questione, da qualche mese, è il suo principale e quindi ordina ai suoi sottoposti di sequestrare su due piedi la tela irriverente. Inferiori in numero, gli antirazzisti non riescono a difendere lo striscione ma partono immediatamente al contrattacco: hanno le tasche gonfie di questi piccoli volantini

offri-un-dito.jpg

appena usciti dalla loro stamperia clandestina. Ne consegnano una copia a Petronzi – perché la faccia arrivare direttamente al ministro – una copia Carossa ed una copia a testa ad altri tre leghisti presenti sul posto. Le altre duemiladuecentoquarantacinque finiranno nel giro di poche ore affisse sui muri della piazza e del quartiere.
Cresciuti notevolmente in numero, gli antirazzisti rimangono nella piazza, dove banchettano, tengono una affollata e appassionata assemblea e guardano insieme due documentari sullo sterminio nazista degli zingari.

Leggi la locandina dell’iniziativa

leggi l’articolo di Epolis sull’iniziativa