Il cattivo esempio e il buon vicinato
Sono le 8 di mattina di mercoledì 24 luglio quando uno degli abitanti della casa occupata di via Lanino, affacciandosi dal balcone, nota un gruppo di sette o otto persone che affollano un piccolo terrazzo dall’altra parte della strada. Tra di essi, l’occupante riconosce i volti di alcuni abitanti del quartiere di Porta Palazzo, e li saluta: “buongiorno! che fatte tutti lì?” E quelli: “aspettiamo l’ufficiale giudiziario! Vogliono sfrattare il nostro amico e noi vogliamo aiutarlo a non farsi sbattere fuori casa.” Piacevolmente sorpreso dalla risposta, l’occupante si compiace nel notare l’assenza di militanti di questo o quel gruppo politico, e dal balcone arriva la conferma: “abbiamo visto diversi picchetti in quartiere, e ci vogliamo provare pure noi, visto che non sembra molto difficile!”
La mattinata scorre tranquilla. Dai balconi si scende in strada e si chiacchiera e si scherza. Diversi passanti e conoscenti esprimono solidarietà allo sfrattando e inimicizia nei confronti dello Stato, tra un caffè e una fetta di crostata.
Verso le 11 l’ufficiale giudiziario si presenta, accompagnato da un avvocato del padrone di casa molto insistente nel chiedere l’esecuzione immediata dello sfratto, ma bastano pochi minuti di pressione per convincerlo a dare un rinvio a Settembre, e pochi altri per farglielo posticipare fino a Ottobre, con buona pace dello zelante avvocato e grande soddisfazione dell’inquilino e dei suoi amici.