Uomo avvisato…
Il 25 luglio passato, una compagna che partecipa all’assemblea antirazzista di Torino ha ricevuto un “avviso orale”. Si tratta di un provvedimento con il quale la questura le intima di non partecipare piu alle lotte contro le espulsioni pena la sorveglianza speciale. Le diamo la parola.
In data 25 luglio vengo convocata presso la questura di Torino per ritirare un “avviso orale”, regalo di addio che il caro Questore Berrettoni ha voluto farmi prima di essere trasferito a Roma. In questa gentil lettera mi si invita a “tenere una condotta conforme alla legge” altrimenti, entro tre anni, mi potrà essere applicata la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, art.1 legge nr.1423/56. L’avviso orale è un provvedimento di polizia che esula da procedure giudiziarie (infatti risulto tutt’ora incensurata), è un’intimidazione che non viene data per specifiche prove di eventuali reati ma sono sufficienti le segnalazioni e i sospetti da parte degli sbirri.
Nel mio caso, per giustificare l’avviso segnalano “lesioni personali e resistenza a p.u., danneggiamento e fabbricazione o detenzione di materie esplodenti ed in ultimo… in data 2 giugno segnalata per violenza privata”.
Anche nel 2007, una dozzina di compagni che da anni si battono contro il Cpt di C.so Brunelleschi avevano ricevuto lo stesso avviso. Lo stato cerca sempre di reprimere chi non abbassa la testa e si ribella contro questa società, comunque sia ho cercato di riflettere su cosa li avesse spinti a dedicarmi questa speciale attenzione.
In questi ultimi mesi si sono svolti presidi e tantissime iniziative che hanno cercato di unire le lotte nel Cpt alle lotte esterne e alcune di queste hanno messo a dura prova i nervi di una triste ed insulsa persona: Antonio Baldacci.
Baldacci atto1°: il 2 giugno alcuni compagni antirazzisti si sono presentati con striscioni, megafono, pentole e fischietti sotto la casa del colonnello Antonio Baldacci, direttore sanitario del Cpt di C.so Brunelleschi, per informare i suoi vicini di casa che lui è il direttore di una struttura dove un uomo, Hassan Nejl, è morto per mancanza di cure, che lui gestisce un vero e proprio lager dove ai reclusi vengono somministrati psicofarmaci nel cibo a loro insaputa e dove le torture fisiche e psicologiche sono all’ordine del giorno.
Baldacci atto 2°: il colonnello è stato successivamente rimesso a dura prova quando siamo andati ad interrompere uno spettacolo teatrale organizzato e diretto da lui nella sede militare della Croce Rossa a Settimo T.se. Sono bastati dei bei vestiti puliti, stirati e colorati per passare davanti alla digos senza essere riconosciuti e riuscire a bloccare il discorso di Baldacci in persona, salendo sul palco con uno striscione e chiedendogli con che coraggio festeggiava e non parlava della morte di Hassan.
Baldacci atto3°: i contatti telefonici con i detenuti del Cpt hanno creato rapporti sempre più solidali e spesso mi sono ritrovata anche ad andare al centro per portare ciò di cui avevano bisogno i reclusi. Un giorno sono andata per portare del cibo e Baldacci quando mi ha vista, anche se non ero vestita bene, a differenza degli astuti digossini mi ha riconosciuta e, sconvolto, ha chiesto ai poliziotti come mai io ero lì.
Il caso vuole che l’avviso orale è stato emesso proprio pochi giorni dopo di questo nostro incontro.
Antonio Baldacci forse inizia ad aver paura che la sua maschera di “bravo cittadino” possa cadere e mostarsi per quello che realmente è: uno schifoso carceriere e con l’aiuto dei suoi più fedeli amici cerca di minacciare chi si ostina a voler rendere visibile il suo camice assassino!
Antonio Baldacci qui a Torino è il responsabile del Cpt. E’ colui che dopo la morte di Hassan ha dichiarato senza vergogna ai giornali che delle urla dei clandestini è meglio non curarsi perché «sapete che tipo di persone sono. Non si sa neppure quale sia la loro vera identità. Da parte nostra non ci sono state negligenze, non c’ è stata alcuna mancanza. Gli ospiti sono clandestini abituati a dire bugie. Mentono sulla data di nascita, sulla nazionalità, sul nome. Per loro è facile non dire la verità. Non vedo allora perché si debba credere a delle storie sui mancati soccorsi. Quelli vogliono solo creare caos.»
Antonio Baldacci è medico e colonnello della Croce Rossa, un’organizzazione che si definisce umanitaria ma in realtà è un’istituzione paramilitare che ha sempre affiancato lo stato nelle guerre con il compito di lenire le sofferenze senza mai denunciarne le cause e le ragioni ed il compito di scoraggiare ogni forma di ribellione.
In Italia la Croce Rossa gestisce veri e propri campi di concentramento dove vengono rinchiusi gli immigrati solo perché non hanno i documenti in regola. Come in guerra, anche all’interno dei Cpt la Croce Rossa non denuncia mai le violenze che subiscono i reclusi e fa di tutto per bloccare le rivolte che spesso esplodono dietro a quelle mura. Per loro alleviare le sofferenze vuol dire medicare un immigrato pestato dalla polizia senza denunciare pubblicamente chi ha compiuto tale atto, vuol dire medicare un immigrato che si è tagliato in profondità per evitare la sua espulsione, senza far emergere le ragioni di quest’atto, vuol dire somministrare psicofarmaci per calmare gli animi di chi non vuole essere detenuto o essere deportato.
Cara Croce Rossa, Baldacci, Berrettoni e questurini tutti, per voi “violenza privata” è rompere il silenzio. Se la parola è violenza allora mi ritengo estremamente violenta e niente e nessuno riuscirà mai a farmi tacere.
Cara Croce Rossa, Baldacci, Berrettoni e questurini tutti, davvero mi ritenete di carattere violento? “Socialmente pericolosa”?
Se chiamate: “organizzazione caritatevole” la Croce Rossa – “operazioni umanitarie” le guerre – “accoglienza” il silenzio difronte alla morte di migliaia di individui che tentano di raggiungere l’Italia e che se riescono ad arrivare vivi in questo bel paese democratico verranno ridotti a schiavitù, verranno perseguitati ed infine deportati quando non ritenuti utili – “pubblica sicurezza” le retate, i rastrellamenti a tappeto che hanno portato alla morte di diverse persone costrette alla fuga, i lager per immigrati, le prigioni, gli sgomberi, le città militarizzate, lo sfruttamento e la devastazione della natura, lo sfruttamento dei lavoratori, etc… spero davvero di diventare presto socialmente pericolosa tanto da essere una minaccia per tutto questo.
Purtroppo non credo di esserlo ancora ma il vostro avviso mi stimola ad impegnarmi sempre di più.
La vostra intimidazione non mi stupisce e non mi intimidisce anzi ha aumentato lo schifo che provo per tutti voi, mi rende ancora più determinata nelle mie scelte di vita e mi spinge ad augurarvi la vostra totale distruzione e a fare il possibile, concretamente, perché ciò avvenga!
Fuoco ai Cpt e a tutte le gabbie.