Ritorno alla miseria?

15 giugno. All’alba, decine di mezzi di polizia e carabinieri in assetto antisommossa danno l’assalto allo stabile di via Pisa dove abitano da dieci giorni le quattro famiglie rumene che hanno avuto il coraggio di occupare una casa in centro città. Entrano senza bussare, scardinando le porte e buttando la gente giù dai letti. Un pullman della Gtt aspetta sotto, pronto a riportare gli occupanti alla miseria dalla quale erano fuggiti. Durante lo sgombero, i poliziotti ridono. Uno dei solidali subito accorso ha un diverbio con la Digos e, dopo aver ricevuto qualche spintone e qualche cazzotto, viene portato in questura. Nel pomeriggio, gli sgomberati e i loro amici si trasferiscono in piazza Palazzo di Città, giusto in tempo per pescare il sindaco Chiamparino al bar di fronte al municipio e rinfacciargli i fatti del mattino. Il sindaco perde il suo solito aplomb e comincia ad inveire contro i solidali, mostrando loro più volte il dito medio mentre si rifugia di corsa dentro al portone protetto dai vigili urbani. Subito dopo, una delegazione di sgomberati ottiene un colloquio con un sottopiffero comunale che finge interesse e li rimanda ad un incontro con i servizi sociali per la mattina successiva.
Il presidio prosegue fino a sera, anche perché intanto è arrivata la notizia che Fabio, il compagno fermato durante lo sgombero al mattino, è alle Vallette.

Ascolta la corrispondenza registrata subito dopo lo sgombero e l’arresto di Fabio
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